ARCHIVIO ILLIRICO

 

 ILLIRIA: LA SARDEGNA COME NON L'AVETE MAI LETTA

 

NERO, AUTENTICO, MEDITERRANEO

di Alberto Areddu

 

 

Già non ci bastavano le superminchiate sulle antiquitates nostrane, in uno di quei tanti siti sardegnofili, che null' altro hanno da fare di utile, se non sublimare la propria manchevole identità in qualcosa d'altro che ne superfeti la fattuale disagiatezza storica (tradotto: cazzeggiare), mi è capitato di leggere una bella marea di fesserie, mirrorate chissà da dove, riguardo l'origine della civiltà egea (basta cercare su google: origini africane greci). Sia chiaro: io non ho nulla di cui menar vanto per me, non mi sento, né forse nei miei precordi nulla rimane, un retaggio dell' illiricità antica; non lavoro per la quinta colonna albanese, non ho titoli investiti nella National Bank of Tirana, cerco solo di leggere e di documentarmi. Poi mi son messo a guardare a modino la faccia del tenutario di tale sito, di tale Capriuolo sardo, eh sì è la faccia del miles gloriosus, che impavido in costume da guerra, innalza al mondo l'orgogliosa bazza campidanese, prognatically correct, dell'amor suo per il Popolo Shardana, che cerca di rileggere, per rivoli astrusi, nei ghirigori dei Tifinagh, orditi dai quei geni misconosciuti dei Garamanti (i quali a me, e solo a me, risultano terribili negrieri), che organizza convegni per indicare la via maestra al passato nascosto dei Sardi, e che stampa libri per un editore-giornalista in odore di gesuitismo (quello che ci mostrava in primissimo piano, top of the top, i calzini dei politici, a lui simpatici, che facevano astanteria nella sua trasmissione sardofonica), e allora ho capito. Sarà che l'allampanato Obama ha vinto le elezioni, sarà che ormai stiracchiamo a vivere, solo più per poche decadi di anni, in un'Europa tetramente bianca, che ha giustamente smesso di investire sulla qualità dei suoi figli, abbulicciati dal Grande Fratello e precari a vita, e stiamo per lasciare (persino in Russia c'è il crollo demografico) le chiavi ad altri, sarà lo sport, sarà la filmistica hollywoodiana che da una quindicina d'anni ci propina il nero:  sempre benestante, sempre coraggioso, sempre colto, sempre simpatico, sempre sexy, e così intelligente da risolver misteri; cioè tutto l'incontrario di quel che ci proponeva poco ante, col suo "Badrona, il badrone è uscido a gomberare", insomma la moda del "nero è bello e vorremmo esserlo un po' " oggi tira (anticipatore ne fu il povero suicida Ferrer), ma da qui iniziare già da ora a falsificare il nostro passato, a farci passare per quel che saremo in futuro, mi sembra troppo, lasciamolo, il fake, ai nostri discendenti Garamanti, per Dio e per Allah sincretici!   Dunque il Nostro garamante shardano, cerchi di sapere e documentarsi bene, perché neanche Bernal dice che i Greci siano mai stati negri, e i Pelasgi come una buona parte della critica afferma (e lo stesso Bernal!) erano indoeuropei e con ogni probabilità parlanti una lingua affine al successivi Illiri e Traci (che ahinoi, sono sempre descritti come biondi e con gli occhi azzurri, ma saran stati mica dei razzisti 'sti Traco-Illiri ?), poi ovvio stando sul Mediterraneo e non sul Baltico, si prendevano un po' di sole navigando (i maschi). Dunque basterebbe leggersi un po' di buona bibliografia (mah ce lo rimanderei, per contrappasso, ai Libici biondi: i Tuimah o Tamhou), lo so che gli autori alla fin fine son bianchi e quindi razzisti, però questa c'è. Basta cercarla comprando libri, e non tra i quelli scaricati gratis da qualche blog, on line (certo immessi da coloured, e quindi in sé e per sé onesti e validi). Orsù Caprioletto mio, lo so che non stai nella pelle, ma aspetta una ventina di anni e il mondo sarà poi tuo: io sto facendo il carico delle banane e delle noccioline (i miei cibi preferiti con i popcorns), pro mi godire su seneviccu.

Kantharos garamante con, sulla destra, profilo autentico di donna greca antica

(dal manuale: Alessandro Mbabane- Abdul Gavino Khefà, Storia antica per i licei sardi, vol. I, Ed. Domus de sas Bajanas, Selargius)