ARCHIVIO ROMANZO

 

 

Parte II

Le Launeddas perse nelle paludi e ritrovate 10 anni dopo

 

 

 

Mi scrive un mio lettore italo-albanese, che si è letto il libro sulle Origini Sue della (odiernamente poca) civiltà in Sardegna: "Ho letto con molto molto entusiasmo il suo libro. Ho capito che c' è gente che NON l'ha aiutata a stampare perché reputa queste cose pericolose per la propria carriera e perché in Sardegna hanno paura di accostarsi agli albanesi che considerano delinquenti. E' vero, oppure ho capito male?" Caro lettore, come detto, Le rispondo qua per farLe capire gli intrallazzamenti di cui è fatto il sottobosco della cosiddetta cultura sarda. Come tutti i popoli oggi minoritari i Sardi cercano di darsi un appeal a sé stessi, prima ancora che agli altri. Nel fare questo il prospettare loro che i loro antenati PaleoSardi abbiano avuto a che fare con un altro popolo minoritario che li ha civilizzati, dà loro (intendo alle miserabili intelighentzie del pensiero scritto e parlato: saggisti, pennivendoli, librai) molta uggia. Al contrario molti libri ESPLOSIVI sulla civiltà sarda (i Sardi che partono alla conquista dell'Egeo e dello Zimbabwe, oppure  la Sardegna  regno di Atlantide, oppure che una scrittura paleosinaitica qui importata da prodighi convertitori, viene miserabilmente celata da Soprintendenti antisardi) questi furoreggiano nelle vetrine librarie e son ben reclamizzati (non faccio nomi perché questi autori eretici potrebbero offendersi),  e vedrà quante copie dei loro libri sono stati acquistati dai provvidi bibliotecari, e quante sale (con annessi microfoni, infilata di sedie 10x20, proiettore ultimo modello, schermo gigante e rutto libero) i vari assessori alla cultura dei ridenti borghi di Oziereddu o di Buddusainu, sono disposti a fornire loro a gratis per una serata sardy. A me m'han chiesto 500 Euro per una serata  (anche se mi davano una escort di parata)! Stia tranquillo, neanche questi lavori sono degnati dagli studiosi d'accademia, gli stessi che han fatto così col mio: mettendoci il sigillo del silenzio l'han fatto passare per il solito lavoro esplosivo del dilettante, che essendo tutti gli altri scenari già occupati, ha riparato su quello albanese. Così la Benemerita Cappella Universitaria lo ha bruciato sull' Opernplatz del silenzio, mentre la pubblica ignorante opinione, quella pochissima che lo sa, lo ha reputato offensivo e contrario allo "spirito sardo". Ma Lei che ha letto (immagino  e spero con fatica) il mio libro, giustamente potrà chiedersi: ma non sarà Lei Areddu che è scientificamente nullo? Le/Mi rispondo con un piccolo diversivo temporale.

Avete presente quando vi cadono venti centesimi nel tombino e vi disperate perché non li potrete più raccogliere, perché nove volte su dieci vanno alle fogne e a pulire rimane la discarica o il mare? La fogna è terribile, perché sapete che non ritroverete più nulla. Così (ché pure  qualcosa conservo) credevo di aver perso per sempre un piccolo reperto documentario, ma fidando solamente della mia conservatività ero anche in qualche modo speranzoso che un giorno o l'altro l'avrei ritrovato, e infatti l'ho ritrovato l'altrieri questo prezioso reperto. Ma prima è giusto sapere che quanto detto nella parte I aveva un prodromo nel 1993 quando trascrissi un volumetto che mandai a 4 cinque studiosi di vaglia (gli stessi di oggi). Mi rispose  l'allora non preside Paulis con la lettera ritrovata, che vi ammollo:

 

 

 

 

 

 

Ma di "Grotte della vipera" non ne vedi manco l'ombra dell'andito. Quando venne a sapere che non corrispondevo al suo ideale di studioso, di buona famiglia borghese, lombo di qualche avvocaticchio o di qualche medicuzzo sardegnolo, magari col pince-nez e la r mouillé come il suo diletto amico di facoltà (quello che per darsi l'aria da flâneur cocottaro di provincia, si è fatto il blog, talmente zeppo, che risulta sovente al verde come idee) lo Spirito volterriano mi disdegnò di risposte (a una ventina di lettere e mail). A un mio amico mediatore quasi gli chiuse il telefono in faccia. Doveva calcare il palcoscenico universitario per una diecina d'anni come Preside della Facoltà delle Lettere, come poteva andare dietro a una nullità che gli chiedeva spiegazioni? Così mistico bizantino si impose un severo silenzio nei miei confronti: non troverete una riga che una nei suoi scritti sulle mie nugae, e chissà mai perché: forse che mi spaventi l'H-index?. Questo padre costituente dell'articolo 21. Anni dopo mandai il mio primo libro a  una casa editrice di Cagliari, che diceva nella réclame sulla sua propria Ischiglia, che faceva buoni prezzi a libri sul sardo. La prima volta mi risposero che non leggevano il file, gli mandai il programma e siccome non mi rispondevano più gli telefonai. Ebbi modo di parlare con tale Trois, della Trois & Trois & Trois che con l'italiano balzellante mi aggredì inviperito (lui sì) come una bestia: "la quale Lei è uno che è attaccando al Wagner, che ha fatto cose enormi per la Sardegna; Lei offende a lui e alla sua memoria, di lui" inutile dirgli che non era vero, che io avevo gran rispetto per il Wagner, macché non mi lasciava parlare "Lei è un offendente, già me l'ha detto la persona che il libro se lo ha letto, di stare attento" "come, scusi, chi è che ha letto il libro?" "l'ha letto uno che ha grande rispetto del Wagner, mica come a Lei, e che consulto". Alla fine dopo una raffica di nomi miei, ammise che la persona che aveva consultato era quello che si stava destinando a essere l'agiografo in terra del benemerito Wagner, il già conosciuto Giulio del sacro ordine dei revenanti bizantini.  Il Trois avrebbe dovuto interrogarsi sulla oscena edizione che aveva messo su del DES, che solo due anni fa è stata emendata (irreperibile l'originale di Germania) proprio dal suo gran consigliori cagliaritano. Ma parce sepultis, passiamo oltre. Del secondo libro abbiam detto la procedura nel passaggio precedente. Anche lì il Dottor sottile si lesse a gratis il mio libro. Rischiava un po' della sua carriera a dire che sulle launeddas qualcuno aveva trovato qualcosa meglio di lui?

Ma tagliamo corto, ecco quell'articolo del 2001, stampato a mie spese nel 2004, che ora, cavallo di Troia ritardato, trova spurgo proprio nella Troiane mura di is Mirrionis. Laddove per entrare, fino a qualche tempo fa, bisognava aspettare 10 secondi (disposizioni del baldo Coroneo) perché "LA LEGGE 133, IL DISEGNO DI LEGGE 1905 E I TAGLI AL FINANZIAMENTO DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA OSCURANO IL FUTURO DEI GIOVANI E DELLA CULTURA", ma tu pensa che spiriti volterriani allocano in tale Università, e noi che non ce ne eravamo accorti.  Ma chissà forse Giulio adesso andrà in pensione e scagherà le critiche (garbate) rivoltegli; e chissà se i suoi pochi allievati continueranno a disdegnare le mie correlazioni albanesi e seguiteranno a perpetuare i silenzi del loro introduttore ai piaceri del cazzeggio socialmente riconosciuto e ben pagato. Eccovi il link per le launeddas. Per oggi basta così, abbiamo parlato troppo di launeddas e di fogne. Più fogne che launeddas.