ARCHIVIO ILLIRICO

 

 

ILLIRIA: LA SARDEGNA COME NON L'AVETE MAI LETTA

 

 

 

*Lettera inviata alla Redazione del giornale "La Nuova Sardegna" (11-9-07), polemico nei confronti degli Albanesi. La lettera anticipa in parte gli ultimi sviluppi della cronaca odierna, con diversi protagonisti

Il ritorno di Spartaco

 

 

Gentile Redazione,

 

I recenti fatti di cronaca che hanno visto (e probabilmente continueranno a vedere) come protagonisti degli Albanesi, ci dovrebbero invitare a meditare sullo straordinario processo di sfruttamento umano che in Italia da qualche anno si è avviato: prostitute (spesso giovanissime), operai a rischio vita e/o salute e sottopagati (quando non con lavori da paria indiani), servitù badante che dispiega tutto il suo tempo vitale per italiani senescenti: tutto è divenuto il terreno in cui far pascere un immenso sfruttamento di corpi extra o intracomunitari, eufemisticamente detti "migranti".  A questa realtà, diciamolo chiaramente, si avvita inestricabilmente il fatto che si entra facilmente in Italia (con la favoletta del “tanto gli Italiani questi lavori non li vogliano più fare”),  perché insieme a quei milioni di italiani che sfrutta questi corpi (e che poi non pagando tasse e contributi, ci ritroviamo d’estate a Romazzino), c’è in altri una diffusa cultura pietistica catto-comunista, dell’accogliere chiunque a prescindere. E quel a prescindere significa talora: cani e porci. Orbene questi cani e porci, che trovano una società di ricchi maldifesi nelle loro villette isolate o a schiera, ogni tanto come Spartaco si ribella contro il suo sfruttatore (o chi lo rappresenta idealmente o casualmente) e diventa spietato aguzzino per pochi spiccioli. Li vorremmo tutti muratori e serve obbedienti, e gran parte lo è: chi non lo è, e si ribella efferatamente, arriveremmo ad ucciderlo. Non è roba nuova: così accadeva nell’antica Roma, che schiavi traci e illiri faceva giungere per scavare nelle miniere, per soddisfare sessualmente e da ultimo compiacere artisticamente nei duelli gladiatori, con la sua morte, il popolino. Tutto ciò non è sostanzialmente diverso da chi coltiva la pericolosa passione delle bestie esotiche da ammansire nel proprio giardino, fino però poi a morirne.

Vorrei aggiungere un’altra cosa, interessata. Qui in Sardegna di Albanesi ce ne sono pochi (l’ultimo noto, per origini, è stato Antonio Gramsci), ma dovessero essercene di più, prima di insorgere contro le preventivabili efferatezze commesse da alcuni di loro, vorrei far presente che secondo un mio studio, apparso recentemente, gli antichi Shardana venivano dalla terra anticamente chiamata Illiria che è la stessa terra da cui generano gli odierni Albanesi: ho trovato tracce linguistiche di questa loro presenza in Barbagia e Ogliastra. Quindi pensiamoci un attimo prima di parlarne male, perché potremmo star parlando male di noi stessi.

 

prof. Alberto Areddu