ARCHIVIO ILLIRICO

 

 ILLIRIA: LA SARDEGNA COME NON L'AVETE MAI LETTA

 

La linea gesuitica e l'ordito baronale

 

(Ehi, ma si può sapere cosa cerchi? lui cerca e qui la trova)

 

di Alberto Areddu

 

 

 

C'è un personaggio, magistralmente inventato da Osvaldo Cavandoli, per i Caroselli d'antan, si chiama "Linea"; è un bizzarro fumetto dal linguaggio incomprensibile, che vive passando per il suo stesso percorso, ed in realtà lui stesso percorso, visto che l'autore-demiurgo si materializza sulla scena, facendogli incontrare quel che vuole lui, o a richiesta quello che Linea desidera si materializzi, fino ad incontrare l'unico luogo dove Linea può gioire: la sua casa, ovviamente il logo della Lagostina, produttrice di pentole dal 1901.  Così passando alle cose nostre, tra discopritori di reperti alieni, e Atlantidei convinti, abbiamo pure dei solerti marciatori che a seguito di ascese su per impervi sentieri, disvelano scritte da occhio umano mai prima viste, che dinnanzi negli anni '80 e '90 (imperava Pittau), apparivano in sembiante etruschista, ma oggigiorno tira quella paleosinaitica. Sia ben chiaro che qualche forma di segnale gli antichi popolatori di nuraghi (ma forse ancor di più i loro predecessori abitatori di grotte) ce lo hanno voluto mandare col loro iconismo, ma da questo al trarne su poche, limitatissime, tutte da verificare a priori,  incisioni, il fatto che costoro scrivessero e mandassero alati messaggini verso un Dio androgino, shakerando italico e semitico, qui, come direbbe Bersani, siamo OLTRE. Vaneggiamenti, straordinarie cantonate, eroici furori di chi ha comunque visto qualcosa di giusto? Non lo so: so che dietro a questo, il livello di Linea, che è solo il primo dei livelli, di fatto esistono altri due livelli. C'è un'industria editoriale, in mano a ignoranti culturati, che amano ciò che sia facile vendere e spinti dallo spasmodico bisogno di vendere qualcosa, che quanto vendono sia fuffa o oro, non gliene frega poi molto.  Certo c'è anche il pensare di qualche ingenuo, che tiene bordone, per cui il fatto di "avere anticamente scritto e nessuno ce lo ha insegnato", sarebbe come dire la golden share da utilizzare sul tavolo della futuribile indipendenza. E pensare che anche Totti e Cassano scrivono, eppure non rivendicano nulla. Riguardo Linea, abbiamo precedenti di come il gesuitismo sardo abbia lavorato alla produzione di falsi, si sa è connaturato allo spirito gesuitico la produzione di un immaginario apparentemente atto alla liberazione, di fatto coartato appositamente per approfittare successivamente ai propri fini "educativi" delle coscienze. Abbiamo Proto Arca che favoleggia dei Barbaricini, abbiamo i "falsi di Arborea" che nascono in ambiente oristanese gesuita (ed al tessitore hanno dedicato persino un liceo classico!), c'è tutta la subcultura di una primazia dell'Oriente educatore e civilizzatore che si diffonde per ingenuità (o per deficit di altro) con il Nurra, lo Spano e i loro badiali continuatori che trovano assurde connessioni sumerico-babilonesi nei toponimi e nella onomastica, insomma gli elementi per diffidare tremendamente ci sono tutti. Ma davvero c'è un terribile risveglio, in una società ormai secolarizzata, di istanze di "liberazione" dal peccato della non scrittura? O meglio, ci si chiederà, come mai i tenutari della scienza: archeologi, filologi, epigrafisti NON abbiano mai scritto una esplicita reprimenda di tale tendenze, come mai NON ci sia un solo scritto in cui si prende per filo e per segno le affermazioni di Linea e le si controbatte? Ne siamo sicuri? In realtà costoro agiscono, ma sotto falso nome; da qualche tempo hanno organizzato un blog, una sorta di Luther Blisset démodé, nel quale  si unisce la lettura dei risvolti delle copertine dei libri, l'allusione ignorante e il coprolitismo parolaio e a fumetti (per il quale hanno contrattualizzato un noto disegnatore di fumetti, che certo a gratis non lavora) contro gli studiosi non allineati. Perché non venire allo scoperto? Beh è evidente: perché questi sottoblog sono emanazione della stessa mano culturale, il cattolicesimo degradato che non ama confronti e punti di partenza oltre che di arrivo. Si son truccati, senza mai sostanziarsi, lubrichi come bisce, con nomi posticci: uno di donna: Desi Satta (sedicente vaticanista) e uno di maschio (tale Gabriele Ainis, sedicente chirurgo papale, ormai in pensione), ma ben visibili si palesano nell'insieme, lo stesso gruppetto silenico di archeo-linguo-filologi di marca gesuita, che ha untuosamente reclinato le terga per rilavorandi manoscritti di marca ecclesiastica, che ora ti finge indignazione, più spesso ti esaspera il linguaggio delle feci (e così ci delucidano il fosco ritratto della loro umana Bildung, giacché notoriamente chi ne eccede parlando, sublima psicologicamente le normali confricazioni venute e avvenute in austeri collegi gesuitici e salesiani), ora ti rivendica orgoglioso le glorie del meticciato antropologico ed ancora, excusatio non petita, la non-difesa degli interessi di casta. Ma va! Costoro (il terzo livello), ci giurerei, sono i veri produttori di falsi-autentici, quelli che poi Linea crede di scoprire; loro spargono finte epigrafi, qualche basista prezzolato chiama Linea, l'ingenuo ci cade, loro lo sfottono, lui si indigna su altri blog, e loro fanno vuoti proclami contro l'offesa alla scienza, alternati alle flatulenze. Nulla di quel che accade ha una mera casualità. Lagostina ammodernata, ma la linea del prodotto è sempre quella: vendere le proprie cose e preservare intonso il potere, gridando che fuori c'è la non-scienza. Insomma laddove feudalesimo baronale e gesuitismo culturale continuano a perpetuarsi, sposandosi con la assoluta mancanza di verifica scientifica, c'è un artificioso risveglio di istanze cultural-revanchiste, manovrato e gestito dietro le quinte, proprio da coloro la cui unica finalità è, creando dei piccoli zombie culturali, di validare il proprio operato, a proprio uso e consumo, ovverossia la corriva gestione del potere universitario per i consueti loschi parassitari fini: baronie da spartire e sottovuoto spinto da esporre al demi-monde della ricerca. Ben venga quindi la riforma Gelmini, sperando che serva a spazzarli via, questi gesuiti al quadrato, a calci sonori nei coglioni (altrove ne avrebbero trovato indiscutibile piacere).