Stato Autoritario


Durante il fascismo anche l’organizzazione dello Stato fu influenzata dai grandi cambiamenti che via via si andavano formando in Europa. Intorno agli anni Venti in Italia e in altri Paesi dell’ Europa Occidentale (Germania, Spagna e Portogallo) si affermò uno Stato Autoritario.
L’avvento del fascismo in Italia e del nazismo in Germania è stata la conseguenza della grave crisi sociale venutasi a creare dopo la fine della prima guerra mondiale e della reazione, da parte della classe politica e della borghesia, alle richieste economiche e politiche dei lavoratori.
Lo Stato Autoritario si basa sulla figura di un capo, chiamato nei diversi regimi Duce, Fuhrer o Caudillo, cioè di un uomo forte che accentra su di se tutti i poteri dello Stato e assume la funzione di guida suprema della nazione.
Il regime autoritario crea un sistema totalitario che, pur mantenendo il diritto di proprietà privata e una certa libertà di iniziativa economica, pretende di controllare e di uniformare alla propria ideologia tutte le manifestazioni della società civile, imponendo una cultura di Stato, una religione di Stato ecc.
Le caratteristiche principali dello stato autoritario sono:
• l’abolizione dei principi di legalità e dello Stato di diritto (nel senso che l’attività del potere pubblico si svolge al di sopra della legge e senza garanzie per i cittadini);
• la limitazione dei diritti fondamentali di libertà (come la libertà personale, di riunione e associazione, manifestazione del pensiero, libertà di stampa ecc);
• l’ eliminazione del pluralismo culturale e politico, cioè la repressione di qualsiasi forma di dissenso con il divieto di costituire associazioni o organizzazioni private, diverse da quelle espressamente autorizzate, e la creazione di un partito unico; • la soppressione della libertà sindacale;
• la sostituzione degli organi elettivi e rappresentativi, con organi di nomina governativa;
• l’accentramento burocratico dell’apparato statale, che viene strutturato in base a rigidi principi gerarchici.
Lo stato Fascista si afferma in Italia tra il 1922 ed il 1943 in contrapposizione del modello liberale imputando a quest’ultimo di non essere in grado di garantire e difendere gli interessi nazionali. Lo Stato dunque assunse il titolo della totalitarietà, in quanto tutto il potere era concentrato nelle sue mani e doveva occuparsi di tutti gli aspetti della vita sociale ed individuale, grazie anche alla soppressione delle liberta liberali. L’esperienza fascista combinata alla dottrina elaborata da Hitler portarono all’affermazione in Germania tra il 1933 ed il 1945 dello Stato Nazionalsocialista. Le caratteristiche peculiari di questa ideologia si riconducevano allo uso dello Stato per il raggiungimento degli obiettivi nazionali, la concentrazione del potere nelle mani del capo del movimento e l’assoluta mancanza di limiti nei confronti del capo stesso.
Infatti il fascismo considerava i diritti dei singoli la causa del disordine sociale. Per cui i diritti dei cittadini vennero sostituiti dai doveri e le libertà, dall’autorità dello Stato.
Il fascismo mirava a edificare uno Stato totalitario, differente dal concetto di Stato autoritario, in quanto gli Stati Autoritari riconoscono l’esistenza di una vita privata dei singoli, anche se sono disposti a violarla quando ciò serva agli interessi di chi dispone il potere; nello Stato totalitario,invece, si nega la vita privata dei singoli e si proclama che tutto riguardo lo Stato, il quale ha perciò il diritto e il dovere di essere reso partecipe degli aspetti più intimi nella vita dei cittadini.
Mentre in Italia e in Germania l’esperienza politica del fascismo e del nazismo e terminata con la sconfitta al termine della seconda guerra mondiale e con l’avvento dello stato democratico, in Spagna e in Portogallo la transizione verso la democrazia è stata più lunga in quanto la dittatura è caduta soltanto verso la metà degli anni Settanta.
Oggi in Italia la forma di Stato presente è quella democratica, che rappresentò il modello di organizzazione statale prevalente nel corso della metà del XX secolo e quella attualmente più diffusa in Europa e nella maggior parte dei Paesi del resto del mondo, come evoluzione del regime liberale o di regimi autoritari o socialisti.
Le differenze dello Stato Democratico dallo Stato Autoritario riguardano sostanzialmente:
• il riconoscimento del suffragio universale, cioè del diritto di voto a tutti i cittadini aventi la maggiore età e lo sviluppo degli istituti di democrazia diretta e indiretta;
• l’affermazione del principio di uguaglianza sostanziale, inteso come riconoscimento a tutti i cittadini di pari opportunità e dell’impegno da parte dello Stato, di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, di fatto, impediscono tale uguaglianza;
• il riconoscimento dei diritti individuali e dei diritti fondamentali ai cittadini
• e infine l’intervento dello Stato nell’attività economica , allo scopo di realizzare alcuni obiettivi d’interesse generale come quello, ad esempio, di ridurre le disuguaglianze sociali, di aumentare l’occupazione ecc)