Primo Levi





Primo Levi, scrittore e testimone delle deportazioni naziste, nonchè sopravvissuto ai lager hitleriani, è nato il 31 luglio 1919 a Torino. Di origini ebraiche, ha descritto in alcuni suoi libri le pratiche e le tradizioni tipiche del suo popolo e ha rievocato alcuni episodi che vedono al centro la sua famiglia.
Nel 1921 nasce la sorella Anna Maria, cui resterà legatissimo per tutta la vita. Cagionevole di salute, fragile e sensibile, la sua infanzia è contrassegnata da una certa solitudine a cui mancavano i tipici giochi condotti insieme ai coetanei.
Nel 1942, per ragioni di lavoro, è costretto a trasferirsi a Milano. La guerra impazza in tutta Europa ma non solo: i nazisti hanno anche occupato il suolo italico. Inevitabile la reazione della popolazione italiana. Lo stesso Levi ne è coinvolto. Nel 1943 si rifugia sulle montagne sopra Aosta, unendosi ad altri partigiani, venendo però quasi subito catturato dalla milizia fascista. Un anno dopo si ritrova internato nel campo di concentramento di Fossoli e successivamente deportato ad Auschwitz.
Questa orribile esperienza è raccontata con dovizia di particolari, ma anche con un grandissimo senso di umanità e di altezza morale (nonché di piena dignità), nel romanzo-testimonianza, "Se questo è un uomo", pubblicato nel 1947, imperituro documento delle violenze naziste, scritto da un uomo di limpida e cristallina personalità. In un'intervista concessa poco dopo la pubblicazione (e spesso integrata al romanzo), ad esempio, affermò di essere disposto a perdonare i suoi aguzzini e di non provare rancore nei confronti dei nazisti!
Ciò che gli importava, disse, era solo rendere una testimonianza diretta, allo scopo di fornire un contributo personale affinché si eviti il ripetersi di tali e tanti orrori. Viene liberato il 27 Gennaio 1945 in occasione dell'arrivo dei Russi al campo di Buna-Monowitz, anche se il suo rimpatrio avverrà solo nell'ottobre.
Nel 1963 pubblica il suo secondo libro "La tregua", cronache del ritorno a casa dopo la liberazione (in pratica, il seguito del capolavoro "Se questo è un uomo"), col quale vince il premio Campiello. Altre opere da lui composte sono: una raccolta di racconti dal titolo "Storie naturali", con il quale gli viene conferito il Premio Bagutta; una seconda raccolta di racconti, "Vizio di forma", una nuova raccolta "Il sistema periodico", con cui gli viene assegnato il Premio Prato per la Resistenza; una raccolta di poesie "L'osteria di Brema" e altri libri ancora come "La chiave a stella"; "La ricerca delle radici", "Antologia personale" e "Se non ora quando" con il quale vince il Premio Campiello per la seconda volta. Infine, nel 1986, scrive un altro testo assai ispirato dall'emblematico titolo "I Sommersi e i Salvati".
Lo scrittore Primo Levi è forse una delle voci più originali del panorama degli scrittori del secondo dopoguerra italiano e sicuramente una delle personalità più enigmatiche per quanto riguarda la sua biografia.
La traccia principale dei suoi libri rimarrà in qualche modo sempre l'esperienza traumatica fatta nel campo di concentramento di Auschwitz ed essa si presenterà sotto forma di ricordo e di rielaborazione dell'esperienza in tutta la sua attività di romanziere. Primo Levi muore suicida l'11 Aprile 1987, probabilmente lacerato dalle strazianti esperienze vissute e dal quel sottile senso di colpa che talvolta, assurdamente, si genera negli ebrei scampati all'Olocausto: di essere cioè "colpevoli" di essere sopravvissuti.