Sant ’ Efisio

   

Da secoli, oramai, il primo maggio di ogni anno si svolge a Cagliari la sagra di Sant’Efisio, una festa che per bellezza, suggestione, spettacolarità e durata non ha eguali in tutto il Mediterraneo. Per quattro giorni, il cocchio contenente la statua del santo protettore della Sardegna percorre all’incirca 60 chilometri, partendo da Cagliari e arrivando sino a Nora, per poi fare ritorno nel capoluogo isolano. Nell’arco di questo viaggio, la processione fa tappa per due volte a Sarroch.Quadro presente nella capella di Sant'Efisio di Villa d'Orri

Efisio era un condottiero romano giunto in Sardegna dall’Oriente nel periodo di Diocleziano, ed incaricato di perseguitare i cristiani. Ma finì anch’egli per convertirsi alla religione cristiana, diventando anch’esso perseguitato. Venne arrestato e fatto decapitare nei pressi dell’antica città romana di Nora, dove in seguito venne costruita una bellissima chiesa.

La sagra trae origine da un voto fatto dalla municipalità di Cagliari al santo, in occasione della terribile pestilenza che colpì l’isola attorno alla metà del XVII secolo.

I cagliaritani, pregarono il santo affinché facesse piovere, in modo da interrompere la terribile siccità; in cambio, essi promisero che ogni anno avrebbero fatto una festa in suo onore. La pioggia arrivò, e con la siccità scomparì anche la peste. Così, dal 1 maggio del 1657 si celebra questa bellissima sagra, che richiama decine di migliaia di fedeli da tutta l’isola. Solamente una volta, durante la prima guerra mondiale, i sardi mancarono l’appuntamento con la festa dedicata a “Sant’Efis”. Perfino durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale venne effettuata la processione; si decise di caricare la statua di Sant’Efisio su un furgone, per  compiere il viaggio da Cagliari a Nora.

Sarrochese vestito col costume tradizionale di Sarroch, durante la sfilata di S. Efisio per le strade di Cagliari.La festa inizia nella chiesa di Cagliari, dove, dopo aver svolto una messa solenne nella chiesa di Sant’Efisio nel quartiere di Stampace, il cocchio viene aggiogato ai buoi, e portato in processione per le vie della città. La processione per le vie di Cagliari è spettacolare; persone, provenienti da ogni angolo della Sardegna, sfilano col costume tipico del loro paese assieme alle traccas, i tradizionali carri a buoi del Campidano che per l’occasione vengono addobbati a festa, e ai miliziani a cavallo. Ai bordi delle strade, una folla immensa acclama il passaggio del cocchio. Lasciata, Cagliari, la processione inizia il viaggio verso Nora.

 

La prima tappa all’interno del nostro paese, avviene tra la sera e la notte del 1 maggio. Verso la sera di questo giorno, infatti, la processione arriva nei pressi di  Villa d’Orri. Qui si ferma all’interno dell’antica villa dei marchesi Manca di Villhermosa, dove viene celebrata una messa nella cappella di famiglia.

 

La processione arriva all’interno di Sarroch in un orario che varia tra le 21 e 30 e le 22 e 30. Per l’occasione, il centro urbano viene addobbato a festa. Molte vie vengono decorate con bandierine e luminarie e sulle strade vengono sparsi fiori e rami di mirto. La via Cagliari si riempie di persone che attendono l’arrivo del cocchio, magari mangiando torrone o noccioline acquistati dalle bancarelle. La processione percorre quasi tutta via Cagliari, poi la via Siotto e si arresta nella Piazza Repubblica. Qui una folla di gente proveniente da tutte le parti accoglie, tra il rumore dei mortaretti, l’arrivo del cocchio, per poi riversarsi all’interno della chiesa per seguire la santa messa. Al termine della celebrazione liturgica, ci si può ritrovare tutti ad ascoltare la musica suonata dal vivo sul palco allestito in piazza Sa Ruxi.

Il cammino del cocchio e dei fedeli si ferma durante la notte, e riprende il mattino successivo. Dopo aver celebrato una messa alle 7 e 30, si cambia vestito alla L'arrivo della processione presso la chiesetta romanica di Nora statua e la si mette nuovamente all’interno del cocchio. A questo punto il viaggio continua: si percorre nuovamente la via Siotto, la parte finale di via Cagliari, e le curve della zona Genniauri. Qui la processione termina il tragitto all’interno di Sarroch, dirigendosi alla volta di Villa S.  Pietro e poi Pula, arrivando verso sera fino a Nora, dove all’interno della chiesetta romanica viene portata la statua di Efisio.

Essa rimarrà lì fino alla sera del 3 maggio, quando inizia la processione di ritorno: prima tappa Pula. Al mattino del 4 maLa processione passa attraversa la statale.ggio, la processione riprende, in direzione di Villa S. Pietro dove effettuerà una nuova tappa.

A Sarroch, la processione arriva verso le 11 e le 12. Ridiscese le curve, si va in direzione della chiesa per la celebrazione della messa. Terminata quest’ultima, riprende il viaggio, destinazione Villa d’Orri. Questa parte del viaggio di ritorno viene effettuata da moltissime persone di Sarroch, alcune delle quali arrivano sino alle successive tappe: Su Loi e La Maddalena Spiaggia.

Il tragitto tra Sarroch e la villa dei marchesi Manca diLa processione arriva a Villa d'Orri. Villhermosa viene effettuato da tanti sarrochesi perché viene visto, oltre che come momento di devozione, anche come momento di divertimento. La Cappella del Simulacro di Sant'Efisio a Villa d'Orri Questo perché, all’arrivo all’interno della villa pochissimi possono seguire la messa all’interno della piccola cappella. Ecco che l’occasione viene sfruttata per passeggiare nel bellissimo giardino della villa, che viene aperta al pubblico solo per la festa di S. Efiso. Questo giardino, che termina fino al mare, è composto da tantissime piante, molte delle quali secolari.

Con Villa d’Orri finisce la tappa sarrochese della processione, che continua per le 2 successive, fino ad arrivare a Cagliari verso le 20 della sera. Qui trova ad accoglierla una folla di devoti. La festa termina con la celebrazione della messa nella chiesa di Stampace dedicata al santo.

 

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