ARTE

LA CHIESA E IL CONVENTO DI SAN FRANCESCO

Secondo gli studi di Gustavo Parisciani, francescano conventuale, il luogo francescano è il più antico di tutta la marca, una regione che Francesco D’Assisi visitò varie volte nel corso della sua vita. Furono gli Acquaviva che, sebbene filoimperiali, accolsero benevolmente il poverello e l’invitarono a lasciare qualche frate su di un colle a poco meno di un miglio dal castello.

Nel 1228, a due anni dalla morte di San Francesco, Acquaviva veniva citata nel novero dei primi 24 monasteri. La prima cospicua somma per costruire la chiesa e il convento venne ai frati dallo scomunicato imprenditore Federico 2, di passaggio nella zona. La costruzione, nel 1260, doveva essere a buon punto se papa Alessandro 6 concedeva indulgenze a coloro che visitassero la chiesa nelle feste mariane e nella ricorrenza della sua dedicazione.

Nel secolo 16 la struttura si era notevolmente ampliata essendovi un chiostro e due campane nel campanile.Nel 1561, che è l’anno di fondazione del monte di pietà, giungeva una nuova pala per l’altare maggiore con la Vergine circondata da Angeli e i santi Francesco e Giovanni Battista e gli apostoli Pietro e Giacomo.

Nel 17 secolo si apri’ un fausto evento: il convento ospitò, nel 1607, un nuovo capitolo provinciale. Purtroppo però da quella data, ha inizio una progressiva decadenza, tanto che nel 1612 "per la sua povertà" vi risiedevano solo uno o due frati. Secondo un’indagine dell’epoca il convento aveva cinque stanze da letto, refettorio, cucina, cantina, stalla, magazzino, un chiostro con pozzo ed alcuni terreni a       

vario tipo di cultura. Il tutto non bastava a mantenere i 12 frati prescritti dalla riforma ed Acquaviva, nel 1653, vide soppresso il suo convento.

Il 10 dicembre 1672,le campane suonarono senza che nessuno le attivasse mentre delle strane luci si accederono sul convento raggiungendo talora grande intensità. L’olio della lampada accesa davanti alla statua di San Francesco profumava, non si consumava ed aveva poteri taumaturgici. Il fenomeno richiamò numerosissimi fedeli, gente del popolo ma anche religiosi e nobili.

Dopo l’unità d’Italia i beni del convento passarono alla Cassa Ecclesiastica che li vendette ai privati. Nel 1989 la chiesa di San Francesco veniva completamente restaurata e restituita al culto. A promuovere il risorgere della chiesa si operò padre Francesco Angellotti, studioso di storia e d’arte ed autore della prima guida organica di Acquaviva, scomparso nel 1987. L’opera di restauro è stata perfezionata grazie all’interessamento dell’amministrazione comunale.

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