La fortezza

La sua appartenenza alla marca fermana è documentata gia dal 1325 anno della vendita del castello da parte di Francesco Acquaviva a Salvino Azzolino sindaco del comune di Fermo per la considerevole somma di 7500 fiorini d’oro. Acquaviva risultava cosi , dopo la cessione del castello, ancora più legata politicamente e militarmente a Fermo, parte integrante di un distretto circoscritto entro limiti di altri comuni : a nord , quello osimano e bizantino; a ovest i domini camerinese monastico ; mentre a sud lo stato di Ascoli e le zone d’influenza farfense. L’organizzazione territoriale della Marca di Fermo è un aspetto fondamentale per valutare il proliferare di fortezze e castelli dal 10 al 13 secolo nel territorio fermano. La fondazione della rocca , ubicata nel castello della famiglia Acquaviva Duchi di Atri risale al secolo 14 ma con vari interventi fino al 15 secolo come evidenziano le fonti e la lettura stessa della struttura , in cui si rilevano parti non omogenee tra il mastio ed i baluardi.Non sussistono fonti sulla rocca primitiva il cui nucleo più cospicuo risale al 1300.I pontefici verso la metà del quattrocento si interessarono alla difesa della marca pontificia promovendo sia la costruzione che la sistemazione di rocche e castelli particolarmente lungo la costa marchigiana .La rocca di Acquaviva si presenta attualmente come un’inequivocabile esemplare del periodo della transizione .

La rocca , governata da Fermo , fu occupata , sia pure per brevi periodi,da Giosia d’Acquaviva, dallo Sforza, dagli acquavivani sostenitori della rivoluzione giacobina, dal brigante Sciabolane.Nel 1845 passò in enfiteusi ai conti Neroni Cancelli. Nel 1870 l’aquistò la famiglia Rossi Panelli che la cedette al comune senza aumento di prezzo.Tale vendita avvenne nel 1907 all’atto dell’utilizzo del mastio per una cisterna di raccolta delle acqueprovenienti dalle sorgenti di Paterno.Due lapidi nella rocca ricordano l’enfiteusi ai conti Neroni Cancelli e la vendita al comune da parte dei Rossi Panelli.La rocca si presenta con pianta a quadrilatero irregolare, che racchiude un’ampia corte centrale anch’essa quadrilatera, con pozzo, con i vertici rafforzati da torrioni.Un corridoio con piccoli appostamenti a casamatta è ricavato nello spessore della muraglia.Un tempo doveva essere cinta da fossato.Il torrione più alto , il Mastio , ha forma circolare ed è alto circa mt.22.Fortemente accentuata è la scarpata a cono il cui attacco è sottolineato da un cordone , come nelle rocche di Cesena e di Brisighella.Nella parte alta la struttura difensiva aggettante poggia su eleganti beccatelli.Un tempo doveva essere coronata da merli poi sostituiti da un parapetto nel quale vennero ricavate troniere , alloggiamenti per piccoli pezzi di artiglieria.L’interno è occupato da due vani voltati con finestre con sedili, tra loro collegati da una scala in muratura.Il mastio domina la piazza Del Forte le cui case sono disposte in modo da formare un’elegante corte.Verso l’esterno è ornato con due stemmi:l’aquila imperiale su uno scudo e l’antico stemma della città di Fermo con una croce ed una iscrizione oggi illeggibile.Il torrione posto in diagonale rispetto al mastio è a pianta pentagonale.E’ anch’esso munito di difesa su beccatelli e presenta un’altissima scarpata a spigoli vivi a precipizio quasi sulla vallata.Vi si aprono feritoie per bocche da fuoco ,circolari e con taglio superiore. Anch’esso presenta all’interno due vani sovrapposti un tempo chiusi ma ora visibili alla corte .E’ affiancato da una posterla , la piccola porta di collegamento con l’esterno ad esclusivo uso militare ,che immette in un lungo corridoio voltato a botte che accede direttamente al suo interno.Le altre due torri sono di più limitate proporzioni.L’una pentagonale e l’altra quadrata , si affacciano sugli altri due versanti del paese ;erano destinate ad armi leggere quali colubrine ed archibugi. L’intero complesso fu restaurato alla fine dell’ottocento dall’architetto marchigiano Giuseppe Sacconi.

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