DAL COMUNE ALLA SIGNORIA

 

 

Tra il 1200 e il 1300, nel periodo di maggior espansione dell'economia cittadina, una nuova classe si impose sul piano economico e
politico, la borghesia. Essa, pur divisa all'interno da violenti contrasti, giunse presto a dividere con l'aristocrazia il governo delle citta' e, in
qualche caso, ad appropriarsene. 
I continui contrasti e le lotte tra le fazioni rivali dei Comuni, portarono alla formazione delle Signorie, ossia di un governo accentrato nelle
mani di uno solo, la cui autorita' garantiva la pace dello Stato. I signori ottenevano dal papa o dall'imperatore il riconoscimento del loro
potere, divenendo cosi' vicari apostolici o vicari imperiali. Arrivarono poi a trasformare lo Stato in ereditario, assumendo titoli di
tradizione feudale. 

Alla nascita delle Signorie e al loro rafforzamento contribuirono spesso le compagnie di ventura, sorta di milizie mercenarie che
combattevano ora per un signore ora per l'altro. Tra le principali Signorie furono prima i Visconti, poi gli Sforza a Milano, gli Scaligeri a
Verona, i Savoia in Piemonte e i Medici a Firenze, che riuscirono a imporsi grazie all'eccezionale abilita' politica di Lorenzo il Magnifico,
per lungo tempo equilibratore di tutta la politica italiana. 

A Venezia, intanto, la repubblica, retta da un'oligarchia che rappresentava la classe dei ricchi commercianti e degli armatori, controllava
con le sue navi il commercio del Mediterraneo: mentre il regno di Napoli viveva intanto uno splendido periodo di civilta' artistica sotto
Roberto d'Angio'. Alla sua morte l'Italia meridionale passo' agli Aragonesi. Ai contrasti territoriali tra i diversi Stati, in particolare tra
Milano e Venezia, pose fine, nel 1454, la pace di Lodi. L'Italia conobbe, cosi', nella seconda meta' del Quattrocento un lungo periodo di
pace.

 

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