ASSOCIAZIONE SCACCHI TERMOLI
Opinioni


Conflitto e dialogo negli scacchi

Il gioco degli scacchi è una forma di dialogo.
L'aggressività, insita nella lotta, non esclude simpatia, stima, intimità verso l'avversario: il contenuto agonistico può finire per accostare lo spirito degli oppositori, o incrinarne l'intesa.
Quando due giocatori di scacchi iniziano lo scontro, aprono un processo che può farli giungere alla conoscenza uno dell'altro. Sin dall'inizio della lotta emerge una personale ricerca della verità, che scaturisce dalla riflessione e, appunto, dal dialogo, inteso socraticamente.
Per quale motivo l'inizio di una partita a scacchi ha il senso di un dialogo intrapreso col proprio avversario? La ragione è che durante una partita un giocatore rispecchia inevitabilmente sulla scacchiera il proprio carattere, le caratteristiche della propria personalità.
Lo stile e le preferenze di ogni giocatore, dal mediocre all'eccelso, sono l'espressione in forma emblematica del proprio io, del modo di essere e di affrontare i nodi quotidiani della vita. Così egli sarà irruente, rinunciatario, compassato, equilibrato, aggressivo, timido, cauto, accademico …
Allo stesso modo di un dialogo, due opponenti con caratteristiche opposte, come un irruente ed un compassato, si amalgameranno a dovere e nella lotta tutto scorrerà fluente e coerente; ed il primo di due avversari, entrambi rinunciatari, che volesse proporsi sarà con tutta probabilità, date le loro caratteristiche, lo sconfitto; ad ogni provocazione in un duello tra irruenti, l'avversario tenterà di ritorcere la provocazione sul suo contendente con altra provocazione, come su un piano inclinato sul quale sarà fatale scivolare alla prima incertezza.
Il carattere emblematico del gioco toglie quella profondità e pericolosità peculiare delle azioni quotidiane e della vita tutta, eppure i confini intangibili del gioco stesso, che i moderni e potenti calcolatori elettronici sono ben lungi dall'esaurire, danno ad una sconfitta, anche priva di posta in palio e di spettatori, la cocente sensazione che si ha ad una prova di debolezza di fronte ad una platea. Altrettanto vero è che due amici possono preferire, ad un confidenziale scambio di idee, l'"intimità" connaturata in una partita a scacchi.

 

Francesco Falcolini

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