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Il ritardo del movimento scacchistico italiano rispetto al resto
d'Europa è veramente preoccupante ed appare per ora incolmabile, ed io aggiungerei
anche mortificante, se si considera il resto del mondo.
xxx Arrivare al 54° posto alle olimpiadi significa
essere dopo tutti i paesi che contano scacchisticamente, ed in ambito europeo
le cose non migliorano, visto che ad oggi siamo al 27° posto su 35 al campionato
a squadre che si sta svolgendo in Spagna. Colpa dei nostri giocatori? Io
non direi, sulla professionalità e sulla serietà dei vari Godena, Arlandi,
Belotti, Borgo, Sarno e degli altri che ci rappresentano non ci possono
essere dubbi, ma allora qual è il vero problema? Perché un motivo ci deve
essere se siamo rimasti così arretrati rispetto a tanti altri paesi.
xxx Analizziamo, da scacchisti, l'andamento
del nostro movimento nel corso del tempo.
xxx Quando io mi presentai al circolo scacchistico
fiorentino negli anni 60, trovai tantissimi bravi giocatori come Castaldi,
Scafarelli, Napolitano, Bruzzi, Mondani, Ceccato, Bianchi ed anche quello
che fu poi il mio maestro, il principe russo Obolensky. A quei tempi , al
circolo, si facevano corsi di scacchi tenuti da questi forti giocatori,
si organizzavano tornei, si facevano simultanee con l'orologio, si facevano
seguire i giovani promettenti ed a volte il circolo spesava tali giovani
e li mandava a partecipare ai vari tornei di categoria per valorizzarli.
Questa politica del circolo fiorentino era seguita da quasi tutti gli altri
club scacchistici d'Italia. Il risultato era che a quei tempi avevamo alcuni
fortissimi giocatori come Monticelli, Porreca, Castaldi (considerato dai
russi come uno dei migliori giocatori di finali del mondo), Scafarelli,
Rosselli del turco, che si facevano rispettare anche in campo internazionale,
e poi una serie di forti maestri tra i quali spiccava Napolitano, che sarebbe
poi diventato il nostro primo GM per corrispondenza. Ma tutto questo era
solamente il risultato del merito organizzativo dei singoli circoli, non
era frutto di un'organizzazione globale e duratura.
xxx La FSI, alla quale era demandato l'onere
della diffusione degli scacchi per creare un ricambio generazionale nei
circoli, cosa faceva a quei tempi? La nostra federazione, della quale era
presidente il Conte milanese Giancarlo Dal Verme, era organizzata a livello
direi quasi "parrocchiale", e non dava alcun aiuto o sostegno ai vari circoli
e si guardava bene dall'impegnarsi in argomenti di interesse nazionale come
la diffusione del gioco o creare una scuola di scacchi valida per i nostri
giocatori, anzi, la FSI di allora riuscì a far smettere di giocare a scacchi
Castaldi, causa contrasti burocratici circa un campionato italiano individuale.
Insomma, già da allora, anziché proteggere i giocatori e motivarli ad ottenere
buoni risultati, si otteneva l'esito contrario. Perché questo è il motivo
principale del nostro argomento, dell'arretratezza del livello dei nostri
giocatori rispetto al resto del mondo: la totale assenza della FSI che non
ha mai fatto niente per aiutarli a migliorare il loro livello.
xxx Era necessario, già da allora, creare un
scuola di scacchi ben organizzata e gestita possibilmente da forti G.M.
stranieri. E se a quei tempi la scusa ufficiale poteva essere quella della
poca diffusione degli scacchi sul territorio nazionale, negli anni 72-73-74
tale scusa fu cancellata da due avvenimenti a mio giudizio importanti: la
sfida Fischer-Spassky nel 72 a cui seguì il mio titolo di G.M. nel 74.
xxx Durate la sfida super-pubblicizzata dei
due big, che fece epoca e fu seguita da tutto il mondo, tantissime persone
si avvicinarono al nostro gioco ed iniziarono a praticarlo, e tale fenomeno
proseguì per qualche anno, fino a quando io non ottenni il primo titolo
di G.M. della nostra storia , portando ulteriore prestigio e pubblicità
agli scacchi. Quello era il momento buono per cercare gli sponsor a livello
nazionale, per creare un'organizzazione duratura capace di aiutare i nostri
giocatori, per creare questa tanto ambita scuola di scacchi, per organizzare
qualcosa a livello di Ministero della Pubblica Istruzione. Ma tutto ciò
non avvenne, e la FSI rimase completamente immobile di fronte a tali problemi.
Il risultato fu così quello di perdere quasi tutti gli amatori che si erano
avvicinati agli scacchi, delusi dalla totale mancanza organizzativa federale,
mancanza organizzativa che naturalmente si rifletteva anche sui nostri circoli,
i quali, senza alcun aiuto federale nel corso degli anni, erano scaduti
a livelli organizzativi deludenti.
xxx Passano gli anni, cambia la presidenza
da Dal Verme a Palladino, ma le cose non migliorano. Il nuovo presidente
organizza alcuni eventi a livello mondiale, ma in modo tale che tutto ciò
porta al nostro movimento solamente pochi soci in più. Inoltre i nostri
giocatori non vengono invitati agli eventi di maggiore importanza, e quindi
il loro livello non migliora.
xxx Crolla l'Unione Sovietica e tutte le nazioni
cercano di accaparrarsi i forti G.M. russi creando scuole per i propri scacchisti
in quasi tutto il mondo, ma l'Italia rimane sempre immobile. Forti giocatori
dell'ex U.S. transitano nel nostro paese ma nessuno cerca di aiutarli o
di trattenerli, e così ci abbandonano quasi tutti (tranne poche eccezioni)
cercando fortuna lontano da noi.
xxx Eppure quello era il momento della verità,
il momento di cercare di organizzare una scuola per i nostri giocatori con
costi accettabili, il momento di adeguarsi al resto del mondo.
xxx Vi siete chiesti perché ci sono voluti
più di venti anni per creare un secondo G.M. in Italia, dopo il mio titolo
del 74? E vi siete chiesti perché nel 74 l'Italia aveva un G.M. ed almeno
10 buoni M.I. e gli inglesi, i francesi, gli spagnoli, i greci non avevano
buoni giocatori, mentre oggi gli inglesi hanno più di venti G.M. e francesi,
spagnoli e greci ci hanno polverizzati qualitativamente? Forse perché i
dirigenti delle varie federazioni di questi paesi si sono rimboccati le
maniche ed hanno agito nel solo interesse dei propri giocatori, forse perché
gli scacchi sono stati diffusi a livello nazionale tramite investimenti
mirati, forse perché non si è cercato solamente il prestigio personale come
da noi ma si è seguita una strategia per il bene comune, tanti "forse" insomma,
che sommati insieme hanno fatto di questi paesi importantissimi centri scacchistici
mondiali. E non parliamo poi degli USA, dei paesi sud-americani , della
Cina, dell'Indonesia, delle Filippine e di tanti altri che hanno seguito
la stessa strategia ed hanno ottenuto grandi risultati.
xxx Quando nel 1994 sono diventato presidente
della FSI era mia intenzione fare tante cose, avevo le idee molto chiare
e volevo in ogni modo aiutare i nostri giocatori. Era un'impresa ardua e
dovevo anche sacrificare in parte il tempo dedicato alla famiglia, ma ero
disposto a compiere questa specie di olocausto scacchistico per il bene
del nostro gioco. Era mia intenzione cercare sponsor per pubblicizzare gli
scacchi tramite le maggiori reti televisive, volevo riorganizzare i circoli
e dare loro un aiuto tramite amicizie politiche e far loro ottenere, nelle
varie regioni, locali gratis da poter utilizzare per le proprie sedi, volevo
creare di nuovo il modello scacchistico dei circoli della mia epoca, volevo
creare uno staff dirigenziale molto serio ed attivo che mi aiutasse a cercare
sponsor per aiutare gli organizzatori dei tornei, volevo creare una FSI
super-meccanizzata tramite supporti informatici di ottimo livello, volevo
mandare i nostri migliori giocatori a fare degli stage in Russia e Inghilterra
per aiutarli a migliorare il loro livello qualitativo, ed infine avevo la
grande ambizione di creare una scuola scacchistica gestita dal nostro Anatoly
Karpov, che essendo un mio caro amico aveva già dato il suo assenso per
tale evento. Insomma volevo fare di tutto per far migliorare i nostri giocatori,
fino ad allora totalmente abbandonati dalla FSI, e riportarli a livelli
accettabili in ambito mondiale, e volevo anche creare un buon ricambio generazionale
di scacchisti.
xxx Purtroppo la mia presidenza è stata fortemente
contrastata, come tutti voi ben sapete, e tutte le mie idee sono rimaste
incompiute, visto che già a giugno 1995, veramente disgustato dalla guerra
che mi stavano facendo alcune persone, non ho proseguito nell'applicare
i miei sogni scacchistici e mi sono dedicato solamente a far funzionare
la FSI per la normale amministrazione, avendo io già deciso di lasciare
la presidenza al termine del mandato.
xxx Adesso tutto funziona normalmente, Zichichi
è un ottimo presidente ed organizza anche alcuni stage per i nostri giocatori,
ma tutto questo non basta per colmare il gap tecnico che ci separa dagli
altri paesi, ci vorrebbe ben altro e ci vorrebbe ben altra organizzazione
della FSI, e soprattutto ci vorrebbe una mentalità dirigenziale a livello
manageriale. I circoli stanno chiudendo in tutta Italia, non c'è ricambio
generazionale, non ci sono giovani promettenti a livello nazionale, visto
che dopo i vari Godena, Arlandi, Belotti, Borgo, D'amore, Sarno, Mantovani
ed altri non ci sono stati giovani che hanno raggiunto il loro livello.
E poi adesso dobbiamo combattere anche Internet, visto che tante persone
preferiscono stare a casa a giocare invece di frequentare un circolo. Insomma
i problemi sono tanti, ed al momento attuale non vedo alcuna soluzione.
xxx Ci siamo persi il momento magico del 72-73-74,
ci siamo persi la possibilità di creare scuole di scacchi con i G.M. dell'ex
Unione Sovietica, e probabilmente è andata perduta anche l'occasione di
un presidente disposto a sacrificarsi per gli scacchi come sono stato io.
Le occasioni nella vita non si ripetono sempre, e probabilmente passate
queste tre opportunità abbiamo perso tutti i treni che ci potevano condurre
all'Europa e al mondo.
commenti
e domande:
G.M.
Sergio Mariotti.
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"Scacchi
e stranieri":
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