Il Convivio Antonina Ales Scurti, La spigulatrici di cori, Poesie siciliane italiane (Aiello, Bagheria 1996)  
Antonina Ales Scurti

Il volume si fregia, sulla copertina, di due riproduzioni d’arte, la prima di Carlo Puleo di Bagheria, conterraneo nonché allievo di Renato Guttuso, l’altra di Maria Grazia di Maria, solare artista palermitana. D’altronde l’autrice, Antonina Ales Scurti, da sempre respira l’atmosfera dell’arte. Trapanese, laureata in Pedagogia, prima insegnante nelle scuole elementari, in seguito funzionaria del Provveditorato agli Studi di Palermo, dal 1985 in pensione, con al suo attivo numerose pubblicazioni in poesia ed in prosa (Fuoco d’amore, Mosaico d’amore, La musica del cuore, Fra due barriere, ecc.), oltre a collaborare a diverse riviste ed antologie nazionali ed internazionali, ed avere collezionato vari premi, è Presidente Fondatrice dell’A.L.A.PA.F. (Associazione Lett. Art. Parco Felicità) di Bagheria, che si prefigge l’apostolato attraverso varie forme d’arte ispirate ai valori di Fede, Pace e Fraternità universale. La stessa Antonina Ales Scurti, una nonnina deliziosa, capace di trasferire nei versi la propria dolcezza e serenità interiore, si dedica da anni ad iniziative di bene, indirizzate specialmente verso i giovani.

“La spigolatrici di cori” è una raccolta di poesie dialettali siciliane con testo italiano a fronte, illustrate da riproduzioni d’arte, e scritte nel periodo 1965/70, cui si aggiungono composizioni più recenti, ed è stato pubblicato a scopo di beneficenza. Grande sentimento religioso, amore verso la propria terra e per i luoghi in cui è vissuta, rimpianto per le persone che si sono amate, ormai scomparse, solidarietà universale: questi i temi ricorrenti in una poesia dove non c’è mai disperazione, né sterile fatalistica rassegnazione, ma che è sorretta sempre dalla Speranza – anche nell’accezione cristiana del termine, che fa volare alto e che si apre verso un oltre - una poesia che, pascolianamente, sa guardare anche alle piccole cose per scorgervi barlumi di bellezza e perfezione. A riprova di questi sentimenti cristallini, e semplici, leggiamo: «Curuzzu beddu, / armuzza gintili / cu la to vucca spanni / rosi e ciuri / paci e conforti duni / a lu mè cori, / cu li beddi paroli / chi sai diri. / Di iornu pensu a tia / a ogni rispiru, / la notti t’arricumannu / a Gesù, Giuseppe e Maria, / chi nuddu mali / capitassi a tia…» (da Curuzzu beddu); o questa breve elegia dell’incanto notturno: «Duci, duci / murmura lu mari, / lettu d’amuri, / pi li pisciteddi / e chiù luntanu / l’arvuli amurusi / annacanu l’aceddi / na li nira silinziusi. / Tuttu ‘ntornu taci / e na stu friscu silenziu / si rispira ‘a paci. / Lu celu è chinu di stiddi / a centu a centu / e ‘nu spicchiteddu di luna d’argentu / s’affaccia e s’ammuccia / na lu firmamentu» (Notti bedda).

Scrive Lina Riccobene: «La voce di Antonina Ales Scurti è voce di poeta che ha sempre qualcosa da dire e la dice con immagini semplici e suggestive, con i versi più sentiti e più belli, nel modo più melodioso e intenso. Ci rammenta, in una trasparenza di classicità e modernità le ragioni profonde ed eterne del dolore e della gioia. I “suoi” luoghi, i luoghi del cuore ci pervengono come crocevia del mondo e la sua è una tensione esistenziale carica di ricordi, di dolcezza, di immagini, di malinconia, d’amore».

Maristella Dilettoso