Il Convivio Antonio Allegrini, Ritratti e notturni (Ed. Orient Express, Castelfrentano-CH, Giugno 2002)  
Antonio Allegrini

Antonio Allegrini, poeta, scrittore ed operatore culturale di Castelfrentano (in provincia di Chieti), ci sorprende sempre con la sua Poesia carica di umanità e di visionarietà, per il suo contributo concreto di unire mondi lontani ed irraggiungibili con la forza e la musicalità dei suoi versi e delle sue immagini, con la visione unitaria di trascendenza e di concretezza rivelata da un tessuto musicale poetico di grande levatura. Anche in questa sua nuova silloge “Ritratti e notturni”, raccolta divisa in due parti come esplicitato dal titolo, il poeta è l’affabulatore di leggende ineffabili, il cantore di miti arcani, dimenticati nel profondo della memoria, l’aedo dello scintillio della notte, delle sue voci e dei suoi sogni e la sua parola è la concreta voce di un vento che è l’alito musicale della Poesia. L’armoniosa bellezza dei ritratti delineati dalla luce della memoria e i notturni dalle sfumature più diafane e misteriose del buio, rivelano paesaggi segreti e affascinanti attraverso una Poesia dalla veste incantevole, incontaminata nella bellezza della sua grazia, illuminante e generosa, che si rivela tutta nella sua tangibile perfezione e purezza.

Così i ritratti diventano icone di fede nella loro essenza, illuminate d’amore e d’amicizia per un contributo che travalica il ricordo stesso e lo perpetua nell’infinito degli affetti e del tempo. Voci e figure, atteggiamenti e stati d’animo sembrano usciti dal mistero del Creato stesso a descriverne la forza e la bellezza, a perpetuarne l’appartenenza e la condivisione, in un canto di gratitudine e d’affetto per quegli ideali comuni d’amore per le grandi e piccole cose che la vita offre e che la Poesia rende grandiose. La grandiosità della Poesia di Antonio Allegrini è proprio nella sacralità della parola che si veste della sacralità del Creato e delle sue creature, nella vesti cangianti e multiformi delle loro voci. E queste voci hanno il senso di magico e di misterioso del vento, della notte, della luna e sono la voce del poeta che ne canta la radiosa bellezza e la soffusa malinconia, le mistiche ombre e le loro «chiarità ritmate / dolcemente / su terreni aperti / nei gesti delle spighe». Il poeta va alla ricerca delle «perdute cose raccolte dal tempo dell’infanzia lasciate per un’incuria adulta nel castigo di dimenticanze incomprensibili» e proprio per cercarle si affida alla memoria che possa far sì che esse non siano dimenticate dagli uomini, ma da essi possedute nel vivo dei loro cuori e nel profondo degli affetti affinché ognuno le custodisca gelosamente nel proprio animo. Nella Poesia, in questa “effimera bellezza” c'è tutta la grandezza della propria vita, fattasi rivelatrice d’epifanie meravigliose, d’arcane melodie salmodiate dal vento e dalla notte, quella notte illuminata dalla luce della luna, “increata, lattea” che rapì il poeta stesso che poté così iniziare «un’esistenza parallela alla reale senza più riuscire a risvegliarmi», nel dono di una manifestazione unica ed autentica, un miracolo concretamente realizzato proprio nella Poesia perché «la salvezza è stata / vivere le parole, / allinearle con la voce carezzante / per poi irrimediabilmente / perderle / nell’aria rarefatta». Il dono di Antonio Allegrini, dunque, è proprio la speranza di poter conquistare, attraverso la purezza ed il candore incontaminati, cioè attraverso la Poesia, la certezza dell’essere vivi, dell’esistere in un contesto di sacralità.

Franco Dino Lalli