Il Convivio Silvana Andrenacci, La raggion de Stato, (Nuova impronta edizione)  
Silvana Andrenacci

A chi non conosce l’Autrice basta leggere questo libro per sapere tutto di lei, quasi tutto. Scrittrice e saggista, sia in romanesco che in lingua, poetessa, giornalista, tragediografa, “Revisore dei conti” e membro del Consilgio Direttivo del C. R. Trilussa, collaboratrice di note riviste letterarie e altro ancora... può, giustamente, considerarsi una donna eclettica che si colloca in molti rami del sapere. Pare, fra l’altro, che la storia dell’antica Roma, e i miti che ne arricchiscono la verità, trovino particolare riscontro nei suoi interessi. Artistici i dipinti del marito riportati in fondo al testo. Ritraggono tutti caratteristici angoli della Capitale. Molto bella la lirica “Musica de Respighi”. Esprime, con ammirevole realismo, l’arte pittorica del Maldini (Maldén) che «pennella col core / archi, colonne, quarche portone,/ le mejo chiese e inortre le funtane» di Roma. In quest’atto unico de “La raggion di stato” l’Andrenacci fa ancora un’incursione nel mondo dei classici. Questa volta va a riscoprire Tito Livio, le cui storie sono opera di scienza più che di letteratura, poesia sebbene scritte in prosa. Empatia con l’Autore dei “Libri ab urbe condita”? A Tito Livio non importava tanto il raggiungimento documentario della verità, quanto il mostrarci la storia in funzione del dramma umano che rappresenta. Così declama il Re Tullio Ostilio della tragedia: «Chi vince stapperà sciampagna / e, soddisfatto, proverà er divario / de sottomette er popolo avversario / senza tigne de rosso la campagna». Si tratta in effetti di un atto unico che si rifà alla ben nota leggenda degli Orazi e dei Curiazi che si affrontano tra loro per risolvere l’eterna guerra tra Albani e Romani. Spicca tra i personaggi la figura della candida e passionale Orazia, che è costretta ad affrontare la morte per la cecità del fratello, mentre il padre cede ad una logica da ‘ragion di stato’. «L’Andrenacci dimostra di saper gestire al meglio il contrasto di tonalità linguistico-emozionale che caratterizza il parlante autorevole e orgoglioso (Orazio-Padre), chiamato da una particolare situazione ad alternare repentinamente nel suo discorso espressioni commosse e frasi decisamente aspri e dure»  scrive nella prefazione Giorgio Roberti .

Antonia Izzi Rufo