Il Convivio La geste des Saints, originale silloge di poesie di Irma Bonfillon  
Irma Bonfillon

«Saint, saint, saint est le Seigneur… / Les anges e les archanges, sans fin, sans lendemain, chantent tes louanges» (Santo, santo, santo è il Signore… gli angeli e gli arcangeli, senza fine e in eterno, cantano le tue lodi). Con questi due versi si apre la silloge di poesie di Irma Bonfillon, che si immedesima nei più grandi personaggi e santi del cristianesimo. Si tratta di una poesia religiosa che scaturisce dall’intimo per raggiungere le alte vette delle liricità, della contemplazione, della riflessione, ma anche spesso della preghiera. Le diciannove liriche sono quasi un percorso spirituale storico ed umano. Dopo la poesia introduttiva, la silloge prende le mosse da uno dei primi personaggi del mondo cristiano, che ha dato origine al mistero dell’incarnazione: Sant’Anna, la madre della Vergine. Le scene sono descritte con familiarità. Il secondo quadro è dedicato a Maria, presentata come una splendida fanciulla di 15 anni, simile alla primavera. «Il candore è dentro di te, tu sei la perla del roseto che sospende l’universo nella sua sfera effimera». Tutto il canto, che va sulla scia delle preghiere mariane, è un inno alla Madonna, in una esaltazione umana e divina nello stesso tempo. Il richiamo agli antichi inni dei padri della chiesa, sia orientale che occidentale, è d’obbligo. Ma basti citare il “Magnificat” (Luca 1, 46): «Quia respexit humilitatem ancillae suae; ecce enim ex hoc beatam me dicent omnes generationes. Quia fecit mihi magna qui potens est». In successione il personaggio focale del Cristianesimo è invece Gesù. A Lui, che è il dominatore della storia e il re dell’universo che emana dolcezza, è dedicata la terza poesia. Segue san Giuseppe, il falegname tutto casa e lavoro, l’uomo che sa curare la sua famiglia e seguirla, colui che a volte non capisce i misteri divini, ma li accetta. Uno dei personaggi più vicini al Cristo è certo Giovanni Battista, colui che per primo ha conosciuto la vera essenza del Messia, ma che forse per questo è stato vittima di Salomé, bella per condannare i profeti. Un inno di alta levatura viene dedicato pure a san Giovanni Evangelista, il bell’adole-scente, figura romantica, sempre presente nei momenti cruciali della vita di Gesù Cristo, sia nell’ultima Cena, quando appoggia il capo su di Lui, che sotto la croce, mentre sta per morire. Seguono quindi: san Pietro, san Vincenzo de’ Paoli, alcuni santi della Provenza, santa Blandine, Jeannette, Santa Teresa del Bambino Gesù, san Benilde e non potevano ovviamente mancare i più grandi santi e apostoli della Chiesa cattolica: madre Teresa di Calcutta che sfida la fame, la morte, il destino e persino la polizia, guadagnando il soccorso di promesse fattive a vantaggio dei suoi poveri; San Francesco d’Assisi, cavaliere della povertà e grande inquisitore della ricchezza, servo di Dio che si fa difensore dei poveri e degli afflitti, ma che nello stesso tempo sa parlare agli animali e comunicare con tutto il creato. Infine una delle liriche più alte e belle della silloge di Irma Bonfillon è dedicata a Santa Teresa d’Avila, una delle più grandi mistiche e la prima donna ad essere proclamata dottore della chiesa, colei che scrisse “Il Castello interiore”, in cui la Santa immagina l’anima come un grande castello dalle sette stanze.

Angelo Manitta