Il Convivio Ciro Carfora e l’incanto di una tenerezza sconosciuta  
Ciro Carfora

Il rapporto intenso tra nonno e nipote diventa l’elemento fondamentale della poesia di Ciro Carfora, dal titolo “L’incanto di una tenerezza sconosciuta”. Si tratta dell’alternarsi di due periodi di vita, quello del nonno, che ha deposto nel “baule” della fanciullezza il tempo dei sogni, e quello del nipote che è all’alba di quel periodo intenso che gli consentirà di tuffarsi in mondi magici. Ma la maturità e l’obiettività nel saper guardare la realtà fa aprire un altro baule che è quello di un mondo «che sventola bandiere / di dolore». Ecco la cruda realtà fatta di guerra, di solitudine, di sofferenza e povertà. Ma la voglia di coraggio, e quindi di guardare con più ottimismo alla vita, giunge con un alito di vento attraverso l’angelico sorriso di un bimbo. I versi, se pur permeati di metafore, attraverso il linguaggio semplice si trasformano in un quadro che prende forma, colori e sfumature di quella primavera che dovrà lasciare il posto all’inverno. «Le sue dita / si arrampicano per i sentieri / delle guance, / sollecitano gli inverni / della barba, / verniciano le imposte / delle palpebre...». Ma l’inverno, il dolore e i sogni diventano solo pensieri e basta un bacio per aprire, come per magia, l’incanto di un sentimento forte come la tenerezza. E se, come affermava L. Arrèat, «la fonte di ogni poesia è il sentimento profondo dell’inesprimibile», questo si può affermare per i versi composti da Ciro Carfora.

Enza Conti

L’incanto di una tenerezza sconosciuta

È primavera
ed ho deposto i sogni
nel baule dei ricordi,
troppo greve
per poterlo riaprire.

Questa mattina,
mio nipote sorride,
ostenta ingenuità
che sembrano dettarmi
paragrafi di coraggio
in questo mondo
che sventola bandiere
di dolore.

Le sue dita
si arrampicano per i sentieri
delle guance,
sollecitano gli inverni
della barba,
verniciano le imposte
delle palpebre...

Il mio bacio
sulla sua fronte d’agnello
rivela ad entrambi
l’incanto
di una tenerezza sconosciuta.