Il Convivio La ricerca della pace in Vox Pacis di Patricia Coulange  
Patricia Coulange

Il titolo della silloge di poesie (Vox pacis, Nouvelle Pleiade, Paris 2002) della poetessa francese, Patricia Coulange, è indicativo ed emblematico. Tema ne è la pace. Ad essa, quasi rovescio della stessa medaglia, si contrappone la guerra e il disordine, stato sociale e politico da evitare per ottenere e conquistare la felicità. L’idea fondamentale che la poetessa vuole comunicare ai suoi lettori viene espressa chiaramente con l’epigrafe tratta da Béla Bartok: «Ma vraie idée génératrice, dont je suis parfaitement coscient depuis que j’ai trouvé ma voie dans la composition, est l’idée de la fraternité des peuples, la fraternisation malgré toutes les guerres et querelles». L’aspirazione profonda è quella quindi della fraternità dei popoli, malgrado tutte le guerre e i dibattiti. È questa la lotta perenne, o meglio la guerra eterna per una stessa pace. Napoleone, che invade la cristianissima Russia, risveglia nella memoria la grande barbarie di un dittatore nazista: «Opera funebre di un passato sempre presente che innalza l’eco di un’umanità che da sempre soffre e subisce la nera follia, la cecità dei popoli, i loro terribili combattimenti e le loro lacrime di sangue». Ma da ciò deve scaturire un Canto che sradica le Tenebre dello stesso crepuscolo per far sorgere una sete insaziabile di pace. Se da una parte le poesie di Patricia Coulange sono una esaltazione ed una ricerca della pace, dall’altra parte questo obiettivo è possibile raggiungerlo attraverso il canto e la musica. E le sue poesie sono veri e propri canti, che si servono della concisione e musicalità del verso. Il richiamo allo “Stabat Mater” (che è anche il titolo di una lirica) è il punto di legame tra il canto e il dolore, tra la felicità e l’infelicità, tra la pace e la guerra. Ed è per quest’ultima che si vuole cantare un definitivo requiem (“War requiem”). Molti sono i richiami alla musica e a musicisti che hanno inneggiato alla pace e ai suoi frutti. Si citano solo Verdi, Bellini, Gounod, Beethoven, Wagner. Il musicista s’avanza, egli porta il mondo nella sua testa come una roccia erratica che, da una parte all’altra del cielo, risuona di voci lattee, di pace e di armonia. Ma la pace e l’armonia dei cieli devono riversarsi sui popoli, altrimenti tutto si potrebbe vanificare. Con le sue poesie, infatti, la poetessa sembrerebbe dire: se l’universo è pace e musica perché l’uomo deve distruggere tutto con la guerra? E proprio oggi che spesso si parla di guerra c’è davvero un profondo bisogno di pace.

Jeux floreaux de la marguerite
Echeance : 1er Mai. Théme des poèmes: l’eau à l’exception de la mer. Pour renseignements et règlement: Association Rythme et Expression - 23, rue des Prés Burat – F-36400 La Châtre (France).

Angelo Manitta