Il Convivio La poliedrica personalità di Pirandello in un saggio di Lino Di Stefano, (Cicero ed., Mazzara del Vallo 1986)  
Lino Di Stefano

Lino Di Stefano non si stanca di ripercorrere le opere di Pirandello e di ‘penetrare’ sempre più a fondo nell’animo del drammaturgo, per conoscerlo meglio, e per farlo conoscere. Nel suo ricorrente riproporre spunti tematici su di lui, egli non fa che «lumeggiare sempre più la personalità di un narratore che si colloca nel novero dei più ragguardevoli geni dell’umanità», così come scrive in “Le angosce di Pirandello”. Il suo studio critico su Pirandello si apre con notizie biografiche che danno una prima immagine dell’agrigentino, superficiale ma incisiva, quasi apparizione scenica che mira a stabilire un primo contatto col lettore e a mostrargli l’ambiente nel quale egli cadde una notte di giugno «senza sapere come... in una campagna d’antichi ulivi saraceni, di mandorli e di viti, affacciata sul nero mare africano». Di Stefano si cimenta in un’analisi critica globale che abbraccia ogni aspetto della poliedrica personalità del nostro Premio Nobel per la letteratura nel 1934, del suo animo tormentato, del suo desiderio di innovazione e del messaggio di cambiamento cha lancia all’uomo «alienato nei suoi rapporti umani e sociali e non comunicante con gli altri». Egli si ispirava alle dottrine dei pensatori greci, ad Eraclito ed Empedocle... Uomo di vasta cultura, s’interessò di filosofia, psicologia, psicanalisi, teosofia e scrutò a fondo nell’animo umano tanto da fargli asserire: «C’è in noi la presenza di altri esseri nascosti che ci rendono, appunto, uno, nessuno e centomila».

Antonia Izzi Rufo