Il Convivio Maria Flora Macchia:
concretezza, modestia, amore
 
Maria Flora Macchia

 

È un’ulteriore conferma, se ce ne fosse stato bisogno, dell’ecletticità di quest’autrice. La policromia pittorica che lei pratica si trasferisce nella concettuale poetica e riesce a dare quadretti culturali altrettanto vividi e freschi. Sia pur nella diversa trattazione degli argomenti la sua fantasia creativa si sbizzarrisce; la raccolta di liriche Un poeta nella flora (Montedit, Milano 2002) è una lente d’ingrandimento che focalizza i soggetti, mai trascurando gli elementi fondamentali della realtà. Leggendo quest’autrice si ha la sensazione di vedere riproposto su uno schermo ipotetico il succedersi degli eventi umani con tutte le loro carenze, nei loro aspetti meno appariscenti; è una cronaca solerte della verità vissuta, arricchita di pensieri spirituali, di sagge considerazioni, di elevato senso di realismo. La fantasia, in Maria Flora Macchia, non falsifica, non travisa, aleggia delicatamente, senza sovvertire quella realtà che lei ha davanti a sé. In questa raccolta c’è tanto realismo. «Corre la fanciulla / inneggiando l’amore / freschezza degli anni / ingenuità di pensieri liberi»: una dimostrazione di quanto sopra asserito circa la schiettezza espressiva, la quasi ingenuità creativa, genuinità assoluta. Qui non vi sono infingimenti, simbologie, esaltazioni morbose, aspirazioni irrealizzabili, c’è concretezza, modestia, amore per la bellezza della natura, un pizzico di romanticismo che non disdice mai. Con questa raccolta l’autrice ha voluto dare testimonianza delle sue capacità poetiche non solo, ma ha dato sfogo a quella vena ispiratrice che è latente un po’ in tutti, ma solo pochi riescono ad esternare. Qui può parlarsi di semplice e pura poesia, spoglia d’orpelli altisonanti, modestamente paludata, decorosa, confacente ad un animo gentile, traboccante gioia di vivere, desiderosa di trasmettere ad altri questa gioiosità. C’è tanta sete d’amore. «Ho bisogno di te / dammi la mano», ed anche: «Vieni amore / spogliami come sai fare tu», espressioni che denotano ardore affettivo travolgente e incontenibile.

Pacifico Topa