Il Convivio Stile sobrio e misurato di Rosalina Pianezze in La clessidra e la soglia (ed. Leon Spinea, Venezia 2002  
Rosalina Pianezze

In questa raccolta, come nelle sue precedenti, Rosa-lina Pianezze usa uno stile sobrio, misurato e attento e, come dice bene Paolo Ruffilli, «si caratterizza fin dal suo esordio per un originale equilibrio tra elementi della tradizione e usi linguistici e metrici della contemporaneità...». Questa raccolta offre per suddivisione vari temi, vi troviamo tra gli altri “Luoghi dell’anima”: un taccuino di viaggio dove l’autrice descrive per brevi immagini le sensazioni più significative che l’hanno colpita nella terra d’Irlanda, dando al lettore, pur nella brevità ed icasticità dei testi (e qui sta la sua bravura) elementi più che sufficienti per comprendere la bellezza di questo paese: «lasciami qui: magari / solo un anno, il tempo / di guarire da questo acuto / male d’Irlanda, / il tempo di imparare / i quaranta toni di verde...». Ma ciò che più sorprende in questa poesia, sono i versi dedicati ai suoi cari scomparsi. Nella sezione “Il regno impenetrabile”, l’autrice ci fa dono di una memoria che si muove tra le righe discreta e toccante e, pur rimanendo nel cerchio di un linguaggio pacato, sorvegliato, riesce a coinvolgere il lettore evocando emozioni: «Padre, vecchio mio, ricordi / ...Tu, bellissimo pescatore, / forse inseguendo fra i sassi / una trota ti allontanasti: / ...Quella la prima volta / che ti perdevo... / Ma allora sei tornato / ed hai consolato il mio pianto...». Ci sono in questi versi anche un diario di vita e di riflessione, un prendere atto della caducità del vivere. Una poesia che emerge colta e garbata, certamente come l’autrice.

Rina Dal Zilio