Il Convivio | Giorni, il canzoniere amoroso di Luciana Piccirilli Profenna (ed. NOUBS, Chieti, 2002) | |
Luciana Piccirilli Profenna |
La silloge di poesie “Giorni” costituisce la seconda raccolta dei versi di Luciana Piccirilli, prolifica poetessa e scrittrice, i cui lavori rimangano perlopiù inediti. La lirica, che dà il titolo all’intera opera, si attesta quale il suo vero e proprio sunto, dato che tutti i temi cardine trattati vi si fondono quasi a tessere un’unica trama, non solo poetica, ma anche esistenziale. Le giornate, i loro alti e bassi, le sen-sazioni private e i temi universali si amalgamano in un’unica realtà. In quei frammenti di infinito, che sono i giorni, si dipana il groviglio di un’intera esistenza: «granelli di sabbia / nell’infinito / dell’eternità…». Il limite tra passato, presente e futuro svanisce e il tempo diventa uno spazio unico in cui i momenti vissuti si confondono indefinibilmente. I giorni “lieti” e quelli “tristi” si mescolano nel ricordo e l’analisi di tematiche universali, quali il dolore e l’amore, si dissolvono in un intimismo più marcato, il cui fulcro è rappresentato dal ricordo del marito scomparso. Ed è proprio intorno al ricordo e all’assenza che ruota l’intera raccolta, tanto da essersi giustamente meritata la definizione, attribuita da Maria Santalucia Semproni, di “canzoniere d’amore”. Pur nel continuo riferimento al marito e alle gioie passate, le liriche della Piccirilli non scadono mai nel patetico. Il sentimento di cui sono permeate non è la disperazione, ma piuttosto la malinconia e la nostalgia. E proprio questo velo malinconico e questi toni nostalgici offrono un nuovo punto di vista attraverso il quale la donna-autrice, può rivedere le esperienze di vita e reinterpretarle. I giorni passati vengono ricordati con serena e pacata tenerezza, mentre le gioie familiari presenti e future si vestono di nuova speranza. Una filosofia di vita basata sull’imprescindibile rapporto tra le cose e gli attimi risulta, a mio parere, il motivo centrale di tutta la raccolta. Lo scorrere del tempo, così come la morte, sono concetti impliciti in quello dell’esistenza e ciò che resta all’uomo saggio è accettare con contegno l’avvicendarsi delle situazioni e fissare gli attimi immortali nell’eternità. |
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Maria Enza Giannetto |