Il Convivio Lia Sfilio Borina: Vecchiette perfette, manuale per la brava anziana  
Lia Sfilio Borina

 

La redazione del Convivio si complimenta con la scrittrice Lia Sfilio Borina per i numerosi successi ottenuti nel 2002, soprattutto nel campo della narrativa. Infatti le sono stati assegnati numerosi premi per racconti inediti, alcuni dei quali organizzati dall’Associazione culturale “Amici dell’Umbria”. Si segnalano in particolare: Augusta Perusia (Perugia), Antonelli Castilenti (Castilenti-TE), L’Attualità Bartalacci (Roma), Salvatore Quasimodo (Caltanissetta), D’Annunzio Michetti (Pescara), Mas-simo D’Azeglio (Barletta), Donne di Monferrato (Casale Monfer-rato), Monferrato ti racconto (Altavilla M.), Premio Duomo (Orvieto), Premio Jacopone (Todi), Premio Sesto Properzio (Spello), Premio Clitunno (Spoleto).

«A quelle che vorrebbero rendere eterno tutto ciò che è bello... a quelle che vorrebbero rendere bello ciò che non lo è... alle sognatrici, alle poetesse, a quelle che senza loro colpa non hanno vissuto». Con queste parole, Lia Sfilio Borina, autrice del volume “Vecchiette perfette” (Bastogi, Foggia 2002), dedica la sua ultima fatica ai propri lettori o meglio a tutte quelle persone che ad un bel momento della propria esistenza hanno l’opportunità di trovarsi, come diceva Dante, «nel mezzo del cammin di nostra vita» e quindi poter voltarsi indietro e ripercorrere la vita passata, ma nello stesso tempo continuare a guardare avanti con l’età della saggezza. La Sfilio Borina, infatti, prende ad oggetto della sua opera, in modo aperto e per certi versi anche un po’ satirico, la terza età, cioè quelle persone che non sono fisicamente troppo giovani, ma che hanno tanta grinta dentro. E con un tocco spumeggiante l’autrice, tra i ricordi della propria fanciullezza, l’analisi psicologica della società e del comportamento umano, nonché di detti e frammenti di episodi vissuti, regala al mondo della cultura un volume, che si trasforma in un vero e proprio manuale con la “M” maiuscola, che consente per la prima volta di poter guardare senza veli, con i suoi lati negativi e positivi, il mondo degli anziani, ora ritenuti saggi e indispensabili ora invadenti e inutili.
Pagina dopo pagina, si scopre il mondo di quelle persone che non accettano le piccole rughe sul viso e vanno in cerca di magici elisir o ricorrono alla medicina. Ma in fondo di quale giovinezza l’uomo va alla ricerca? Sicuramente non di quella apparente, ma di quella interiore che ti conduce lungo la via della vita e ti fa sentire bene con te stessa e con gli altri. E l’autrice affida ai lettori dei fondamentali suggerimenti, o meglio dei comandamenti. Infatti Lia Sfilio Borina ricorda che la giovinezza è un fatto interiore e non fatto di apparenze. Quindi non è importante l’apparire, ma l’essere. E soprattutto gli anziani hanno il compito categorico di ricor-darsi che «trasmettere serenità e tranquillità è necessario per infondere speranza ai giovani; anzi, maggiori sono i problemi che la persona anziana ha dovuto affrontare e più la sua missione è efficace: perché, guardandola, i giovani trovino la forza di sperare nella vita». Ecco emergere allora la grande sensibilità dell’autrice che, accanto ad episodi in certo senso satirici, riesce a contrapporre l’importanza del rapporto umano basato sulla continuità dell’esistenza.
“Vecchiette perfette” è un libro che alla fine ti consente di riflettere sulle sfumature della vita e su come spesso si giudica o si “utilizza” una persona. Un testo, quello della Borina, che alla fine ti dà la consapevolezza che non è solo un manuale su come vivere bene la terza età, ma è valido vademecum per tutte l’età. Infatti non è un puro caso che l’autrice inserisca, se pur in forma velata, anche dei suggerimenti a coloro che vogliono restare “giovani”. «Dentro di noi dobbiamo trovare le risorse per vivere bene... in quanto non s’invecchia semplicemente perché gli anni passano, ma si invecchia quando non si hanno ideali né sogni». Si tratta quindi di un manuale per raggiungere la consapevolezza che la vita va vissuta con serenità, perché in fondo è l’unico elisir che ti fa guardare con grande coraggio ogni nuova alba.
 

Enza Conti