Il Convivio Muore la terra di Pasquale Vinciguerra  
Pasquale Vinciguerra

Il degrado della natura è il tema che Vinciguerra s’è prefisso e ne ha fatto motivo di una semplice creazione che, per la sua linearità, colpisce e coinvolge. «Muore la terra / muoiono gli alberi...» è una tragica realtà! Lo stato di degrado ecologico è evidente e non c’è bisogno di sottolinearlo, la flora e la fauna stanno subendo danni irreparabili: razze di animali, specie volatili, stanno scomparendo, coltivazioni intensive industrializzate stanno compromettendo la stessa sopravvivenza di una microfauna, una volta ghiotto cibo per uccelli. Ma stanno scomparendo anche le tradizionali attività agricole. «Muore l’anziano zappatore, / il pastorello allegro / il canto degli uccellini, / la vita intensa dell’aia...». Questi versi dicono già tutto. Il fascino di una campagna serena, florida, variata, ricca, è stato concellato. «Ovunque è desolazione», lo, si riscontra nei disastrosi eventi di allagamenti, frane, dissesti ambientali. Ecco allora un mesto rimpianto, un’evocazione dei «campi in festa / tornano alla memoria», ma ormai tutto è passato. Quella vita serena della campagna di qualche decennio fa «è un sogno remoto». L’emigrazione ha creato quest’abbandono, ciascuno è alla ricerca «di un nuovo programma / che sa di terra lontana / di terra che muore». Quanto realismo in questa creazione! Un’attualità che dovrebbe sconcertare soprattutto gli ambienti responsabili.

Pacifico Topa