Isabella Michela Affinito, in Il mattino del Fauno, poesie (ed Il Fauno, 2002)

 

Isabella Michela Affinito

Uno spirito ricco d’inventiva, quello della poetessa Isabella Michela Affinito, che si esprime in tutte le forme dell’arte e del bello inteso come armonia di colori. Nulla le sfugge, nulla la lascia indifferente. Attenta osservatrice, ella si sofferma su ogni particolare per poi astrarre, risalire all’universale, trarre le sue conclusioni logiche. In questa breve silloge, lo sguardo penetrante dell’artista si dipana in tutte le direzioni per cogliere gli svariati argomenti, personaggi e luoghi che captano la sua attenzione: la donna ebrea e Auschwitz; i colori “stranieri” che, in un quadretto idillico, parlano all’autrice-pittrice di altri paesi e fanno del mondo un “collage di bandiere”; i pittori di Parigi - noti impressionisti - che si realizzano in una vita di sacrifici e rinunce; l’imperatore Nerone che trascorreva le ore «tra un flebile canto e una sterile poesia»; le montagne blu «che si sposano col cielo»; il cappello rosa, oggetto di rimembranze di una dolce estate, che le farà «ritrovare il suo tempo perduto così come a Proust nel santuario dei ricordi...». Un animo tormentato, a volte irrequieto, che induce la poetessa «a nascondersi nel silenzio delle stanze per dimenticare» o a rivivere «come emozione» le canzoni di artisti o «ad invocare la luna perché la faccia diventare una Musa e volare...».

 

Antonia Izzi Rufo