Lorenzo Amadei, Poesie senza fine (Il Croco. I quaderni di Pomezia-Notizie)

 

Lorenzo Amadei

Uno spirito ribelle, quello del poeta Amadei, animato da sentimenti di protesta. Egli inveisce contro le ideologie politiche, bianche o rosse che siano, perché non ispirano fiducia, perché deludono. Si ribella alle «ingiuste simbologie educative», agli uomini, al mondo intero perché nulla va per il giusto verso, nulla si svolge secondo un modello di vita retto, onesto, tranquillo... Tutto va alla deriva, ogni cosa allo sbaraglio per cui esclama: «Essiccami della sola ripugnanza che ho di te, vita». Eppure «nel suo procedere orgiastico», nella sua voce roboante, nel suo fare burbero, nel suo «vedere tutto nero»,c’è qualcosa che addolcisce il suo animo o mitiga il rigetto dei suoi giorni di insoddisfazione: la dolce poesia, che sgorga autentica dalle «pareti del suo cervello» e, forse, il passato che torna, alla chetichella, a ricordargli che «fu lui a farlo diventare artista». Nostalgia di tempi passati e di valori veri svaniti che, a volte, riaffiorano per lenire ferite... Solidarietà con «le povere madri - schiave dei figli e violentate dai mariti - le quali vorrebbero, finalmente, essere capite. E non solo le madri, tutti gli infelici, tutti coloro che si dibattono in tormenti interiori e che chiedono risposte a domande alle quali mai si riuscirà a rispondere. Modo di esprimersi, spesso, ermetico.

 

Antonia Izzi Rufo