di Fulvio Castellani

Pina Ardita: Soldato Angelo: un racconto tra storia e sentimento (A & B)

«Perché Soldato Angelo? Perché Angelo è esistito, perché ricordando lui tutti i piccoli soldati morti durante tutte le guerre verranno ricordati con le loro storie sconosciute, silenziose». Così si legge nel prologo di questa storia romanzata, una storia realmente accaduta nel corso della prima guerra mondiale in un piccolo paese della provincia di Catania: un paese simile a tanti altri, un paese dove il vivere in maniera semplice era d’obbligo e al tempo stesso costituiva motivo di dialogo costante tra la gente, e non solo. Pina Ardita, catanese lei pure, esordisce, con quest’opera, nella narrativa dopo aver iniziato la sua attività artistica con la pittura e quindi con la poesia. E si tratta di un esordio che consideriamo positivo, perché il soldato Angelo ci cattura per i suoi modi semplici ed umani. E così mamma Santa, la fidanzata Ninetta, la crocerossina Oriana... Pina Ardita si è ben calata nelle vesti dei protagonisti e dei comprimari tracciando momenti di alto lirismo, e, avvalendosi di un gioco ad intarsio, facendo rivivere situazioni affettive e belliche che alla fine hanno coinvolto, sicuramente, non pochi altri semplici soldati e, con loro, le giovani fidanzate o le spose. Vittorio Veneto, Sacile, il Piave... si riaffacciano alla mente come realtà di primo piano, e con loro le mutilazioni ed i morti che si sono accompagnati ad ogni azione bellica. In questo contesto il soldato Angelo e quanti gli stavano accanto e lo amavano non sono sfuggiti ad una disamina attenta e puntuale a livello psicologico. In ogni capitolo del romanzo c’è una sofferta partecipazione alla realtà in cui si è svolta la vicenda, un susseguirsi di domande e di risposte fatte di immediatezza e di freschezza di linguaggio... Il tutto ad avvalorare la profondità di una storia d’amore tra due giovani «impedito tanto dalla guerra, quanto dai pregiudizi».