di Pacifico Topa

Giusi Attolico, Pensieri dal cuore: un caleidoscopio sulla realtà (Club Letterario italiano)

Questa silloge potrebbe considerarsi una libera estrinsecazione di pensieri, una costante ed insistente ricerca del perché delle cose; queste lapidarie composizioni, in uno stile prosastico, investono temi di routine, sottolineandone spunti osservativi, significazioni recondite, definizione abituali. Gli argomenti sono sviluppati non certo nella profondità psicologica, ma nella interpretazione consueta, il che agevola l’accesso a chiunque legga. C’è in diversi punti un latente desiderio di voler sapere, interrogativi lasciati in sospeso, ma non per questo meno impegnativi. Il volumetto è un caleidoscopio sulla realtà in quanto tocca tutti i temi del vivere moderno. «Uomo, che fai, / quali sono i tuoi problemi». Potrebbe sembrare un paradosso chiedersi ciò, ma l’autrice analizza la realtà umana alla ricerca di successi per concludere che solo con l’intelligenza si potrà valutare l’essere. La miseria nel mondo le suggerisce: «Vedere dei bambini che mancano del necessario», una constatazione amara specie di fronte a certe scene di bambini «corpi scheletriti» e «privi di guance rosse». C’è posto per il dolore umano, per la sofferenza con la quale l’uomo deve convivere; un accenno al Natale: «Nasce un bambino / dal volto Angelico... / in una stalla». Non può non essere «un giorno di festa». Esaltazione «nell’Italia dai mille colori», slancio d’amore patrio e, specie in questo momento, desideri di pace, sollecitando un “trattato internazionale”. Non manca l’accenno agli affetti, ed “Innamorarsi” ne è la sintesi: «Restare con te / innamorata di te». Le suggestioni della natura in “Tramonto” le fanno dire: «Quando il mondo si specchia in un tramonto». Si può ben parlare di prosa poetica per Giusi Attolico, prosa che nella sua schiettezza disarmante è aperta a tutti. Con la sua ampia visuale lei ha potuto sorvolare orizzonti diversi, mantenendosi nella sua abituale maniera di libero poetare, senza remore metriche. Si incontrano anche pensieri spirituali e «prego intensamente Dio / di ricordarsi di me / nel suo grande mondo...», non può non essere che un cuore schietto a dire così! Le immagini la suggestionano e un turgido grappolo d’uva che suggerisce «degli acini bianchi argentei / congiunti da filamenti leggeri». Anche le banalità come le caramelle entrano nell’atmosfera poetica: «Sono piccole pic-cole ed altissime / piene di zucchero di mille sapori». È questo il succo d’una poesia che, nella sua schiettezza, aggiunge umiltà.