di Alfonsina Campisano Cancemi

Ferdinando Banchini, Acontecimiento  (Evento)
(Save As Editorial, Barcelona – Spagna)

Ferdinando Banchini, romano, poeta dai toni ele-ganti ed intensi, non è nuovo all’esperienza del bilinguismo poetico; infatti, già nel 1998, la sua silloge “Undici poesie” era stata tradotta in francese da Iean Marie Le Ray. Nel gennaio del 2003, vede la luce il prezioso libretto “Evento”, tradotto in lingua spagnola da Carlos Vitale con il titolo “Acontecimiento”. Ad una prima lettura, si ha la sensazione di trovarsi dinanzi un uomo che molto ha sofferto e molto tremato nell’angoscia del dubbio; il tutto condensato nel distico «vita tutta in frantumi / nella città di fughe e di ferite». Spesso la pena si tramuta in angoscia esistenziale: perché il dolore? «Nel gelido vuoto il dolore / tonfo sordo è di ciottolo / che s’inabissa»; dolore che per il poeta si colloca tragicamente in un’esistenza vuota. Ma da questa angoscia («preme da soglie sconnesse spietata / una pena») Ferdinando Banchini si libera sublimandosi nella contemplazione della natura, bellissima, anche se indifferente alla sua pena («Profonde i suoi ori la sera / mansueta e crudele / indifferente»).
Del resto, anche per il Leopardi la natura era sorda al grido dei suoi figli, pur restando nella sua intatta bellezza. E così sfilano dinanzi agli occhi innamorati del poeta romano «fiocchi di rosa e perla / nelle giostre dei voli / sul barbaglio delle onde / all’ilare gioco del vento»; «cumuli / candidi turgidi / continuamente cangianti»; e avanzano vele gonfie di vento «in orli di luce / aprendosi / nell’incorrotta chiarità infinita». E in questa natura vibrante ecco «un canto di ragazza innamorata… un gioco di bimbi chiassosi… una casa aperta al sole...». Il vuoto dell’anima si riempie di speranza, perché l’uomo è più forte del dolore. «Non desistere, vita, trafiggi buio / e silenzio» grida il poeta, perché vivere è comunque bello, finché «l’oro d’un tiepido sole» ci riscalda, finché sopravvive il ricordo di un amore. E quando la nostra precarietà avrà annullato ogni forma, allora un seme nascosto sotterra preparerà un nuovo «frutto di luce» e andremo incontro al nostro Dio segreto, come il fiume va al mare. Da sottolineare, infine, la bella traduzione di Carlos Vitale, che per armonia nulla ha da invidiare all’originale. Si veda, per esempio, l’espressione «all’ilare gioco del vento», che nella lingua spagnola diviene «En el ri-sueno juego del viento», dove l’aggettivo “risueno” richiama onomatopeicamente la risata argentina di un bimbo.