Alba pigra  

Giorgio Boncompagni

Si è animata
or la ridente piazza
dove il grande pittore
troneggia da sempre
In questa pigra mattina
come pigro
è stato il levar del sole.
Ha stentato assai
a superare la barriera
dell’alte betulle
là sopra il colle
per rotolar poi
i suoi tenui raggi
giù per il pendio
sopra l’immensa distesa
di gialli girasoli
aggrappati all’arida terra
fino ad illuminare
le folte chiome
dei salici piangenti
per poi tuffarsi
sopra il tenue lago
e rispecchiarsi a lungo
prima d’andar
ad illuminare
il non alto campanile
ed animare
l’addormentata meridiana.
Il profumo del pane
appena cotto
e l’essenza del caffè tostato
si sono mischiate
con l’acre odor d’incenso
insieme alle preghiere
e sul sagrato della chiesa
non si vedono zingari
né accattoni.
Un cane si aggira guardingo
ad annusare negli angoli
per poi svanir
nel vicolo
dove non c’è alba
né tramonto
né tende alle finestre
dove i rintocchi
delle ore
arrivano smorzati
e riescono
tramutati
in desideri.
 

 

Poesia Italiana