di Fulvio Castellani

Giovanni Di Girolamo: Auf Wiedersehen, Airolo” (G.D.G.)

Lo scrittore teramano Giovanni Di Girolamo, che è anche poeta e saggista, è un nome assai noto negli ambienti letterari: per la brillantezza dei suoi scritti e per la capacità che possiede di entrare nel “cuore” dei personaggi e delle situazioni. Una riprova o, se preferiamo, una conferma ci viene, puntuale, dal lungo racconto “Auf Wiedersehen, Airolo!” con cui mette a nudo una vicenda legata, in maniera fantasiosa logicamente, alla sua gioventù ed alla sua esperienza iniziale di lavoratore emigrante. Si tratta di una storia costruita e ricreata sul filo dì un ricordo, piacevole e malinconico al tempo stesso; un ricordo modificato che è legato ad un personaggio femminile soprattutto e che termina con non poco amaro in bocca per non aver saputo intuire e leggere dentro l’animo di Brigitte. Una storia semplice che si snoda e si conclude nello spazio di pochi mesi, ma che mette in chiaro la grande sensibilità d’animo dell’io narrativo, l’onestà e la rettitudine di chi, volendo, avrebbe potuto sfruttare a proprio favore una situazione davvero unica e che è diventata la chiave con cui l’io e Brigitte hanno dato addio all’albergo dove lavoravano. Un finale che, legato ad un bacio leggero sulla bocca, ha messo in circolo nell’io il desiderio di tornare indietro, nella quasi certezza, comunque, che nei fatti non si trattava di un arrivederci, bensì di un addio. Con una scrittura vibrante e fatta di immediatezza, Giovanni Di Girolamo ha costruito un percorso davvero singolare: per quel gioco sottile di intrecci psicologici ed in modo particolare per quel velo di amarezza che si accompagna (almeno questa è la nostra impressione) ad ogni pagina lavorativa in terra straniera, un’amarezza che, comunque, si stempera non appena il sorriso ed il volto della protagonista femminile si intersecano con quelli del cameriere italiano.