Il Convivio Anna Famà Magnino
di Pacifico Topa
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Anna Famà Magnino:
La poetessa Anna Famà Magnino, emerita
educatrice, ha voluto lasciare una concreta testimonianza del suo operato
professionale, stilando versi spontanei, schietti, oserei dire, puri come
gli animi dei bambini. La silloge “Primi sapori” (Messina 1991) è un
condensato di arte educativa, potrebbe anche assumere carattere pedagogico,
in quanto gli argomenti svolti hanno tutti funzionalità formative, non solo
culturalmente, ma soprattutto psicologicamente. Dotata di ottime capacità
intuitive, l’autrice ha saputo interpretare ed estrinsecare quel mondo
infantile in cui ha operato per tanti anni, non negando da averne anche lei
tratto utili ammaestramenti. I versi sono limpidi, scorrevoli, oserei dire
dialogici con sfumature fantasiose, espressioni di sentimento,
ammaestramenti etici, tale che il testo potrebbe essere utile ad un’azione
proficua anche nella scuola di oggi. Il tono è sempre sereno, gioioso,
addirittura fiabesco… «Un topo disse al gatto: / un giorno io t’ammazzo…»,
invenzione che si presta a respingere ogni velleità di superiorità.
Alienante vento, travolge attimi in
fioritura!
Sulle sponde del Tigri approda la morte. Ancora sangue di martiri e di eroi, dati in olocausto per un perché senza significante, andati incontro alla morte, forse, non per libera scelta, forse, staccati troppo presto dal cordone ombelicale. E sangue s’incontra sulle strade. E sangue ancora dalle montagne a valle. Non porterà più legna il padre per scaldare il misero casolare, né madre né sposa futuro sereno potrà mai coniugare. Bimbi già adulti ignorano il senso di corpi ammazzati da mano guerraiola, che accorpa al suo volere ricchezza e vana gloria. Il mondo, no, non è nelle tue mani, uomo! Né padrone sei di vita e di morte. Nel logico contrasto la guerra è pace. La pace è amore. Nostro Signore morì sulla croce per dare vita alla pace e all’amore. E voce d’amore iscrisse sul sudario il Redentore del mondo, l’Incarnato. In cima alla Roccia, Cristo Risorto incise la pace. Ascendere si può soltanto con le ali, forgiate su questa terra, praticamente usando di Dio Padre la Parola. Occhi limitati uccidere non possono valori conseguenziali alla persona umana. Oh, non udite il gemito urlante del bimbo al seno della madre agonizzante! Non vedete il sole declinare e nascere dal monte degli orrori? Veloce corre la fiumana al mare. Il fondale è misto di sale e di sangue. Il vento riporta la voce dei morti, e l’urlo di una bandiera che più non fa storia. Celiamo ai martiri le mani dei rei che uccidono religioni e bandiere. Il sole al suo risveglio il giorno apre nel nome del Signore. La coscienza umana all’eco ingloba il suo volere di pace, di quella pace che l’uomo non sa dare. Tu, uomo, puoi mutare in luce il buio del giorno nero e al figlio che ti osserva puoi dare un chiaro cielo. Su questa deserta sabbia tutto è relativo. La gloria, la ricchezza, la vittoria, la potenza è bene che in divenir del giorno si consuma. L’immagine divina dentro ogni creatura è l’assoluto. Fuori del proprio sé l’uomo non lo ritrova, e pellegrino va in cerca di un altare per credere e pregare. |
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