di Graziano Giudetti


 

Francesco Fiumara:
Le voci della notte


La poesia di Francesco Fiumara in questa raccolta di liriche ci rivela, come si può custodire senza intaccarlo, un mondo antico di sani valori, liberando nel soffio inesauribile dei suoi versi, l’effluvio del candore fanciullo, come un’eco che viene da lontano per accompagnarlo nel suo percorso convinto e precipuo poeta.
“Le voci della notte” non sono che i mille binari pieni di partenti e mai tornati, non solo di emigranti, ma anche di amicizie svanite, di persone care perdute, di stagioni colte nel loro minuscolo divenire; dal filo d’erba allo stelo che si piega felicemente per sostenere la corolla, sua regina, in dolce beatitudine.

 

Sospiro d’attesa
 
È bella nell’alba
quell’ultima stella
già bianca:
sospiro d’attesa
in un sorriso d’aurora,
chiaro
come l’anima rasserenata
dopo un gentile pensiero.
Poi, quando sui monti
sboccerà il mattino,
il sole con fili d’argento
tesserà speranze.

E sarà bello soffrire
se un esile stelo s’incurvi
sotto il peso d’un fiore!


L’autore tutto coglie e nulla gli sfugge. Egli assume spesso, nei passaggi più impegnati delle sue strofe un linguaggio severo, quasi remoto, tale da far levare le tonalità che si configurano come ombre viventi ed incarnazioni di platee svuotate. Poche volte accade che un poeta riesca a dare un’anima alle cose sparite, ai desideri che struggono la mente nell’agrodolce dei pensieri, portati a soffermarsi qua e là sul tempo trascorso e che ha ammutolito voci non più sentite.

Così, la nostalgia prende il sopravvento, e si avverte la inettitudine a rivedere lo spiraglio di quegli anni soffermato a lungo su quegli istanti tanto amati e per non soccombere, giunge in soccorso la fede. Una fede in Fiumara, del tipo più puro come sono le sue radici, stretta al suo cammino, come una compagna fedelissima che lo rincuora e lo ristora.
Posso senz’altro dire che questo libro, pur essendo pubblicato oltre dieci anni fa (1989), sembra nato ieri per quel senso di tenerezza che lo pervade e dà ancora forza a quelle “Voci della notte” di venire in soccorso alle luci delle albe del nostro tempo, un po’ smarrito nel caos di un progresso troppo disattento alle ferite finora perpetrate e mai guarite del mondo.

 

Se ascolterai le voci

Se ascolterai le voci
della notte,
anche il silenzio dei pleniluni
ti porterà il brivido
di verità sopite
nei gorghi della Creazione.

Se ascolterai le voci
dei boschi e dei canneti,
dei fiumi e delle fonti,
riscoprirai l’aurora della vita.

Se ascolterai le voci interiori
di cui vibrano tutte le cose,
sarà tuo il silenzio
della terra e del cielo
dilatato in ampio respiro
di solitudine.

E tu, viandante dello spazio,
non sapresti con certezza dire
se parla di più il tuo cuore
o l’anima delle cose.

Se ascoltassi le voci
della notte...

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