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Un tentativo per scoprire affinità tra due mondi: quello della scienza e quello della letteratura.


 

La poesia è musica, la musica è matematica, la matematica è il linguaggio di molte scienze. La cosmologia, ad esempio, cominciò con “l’armonia delle sfere”, che è nuovamente musica e poesia. L’unità della cultura non sembra avere bisogno di essere dimostrata, tanto è evidente. Pur tuttavia, sembra non esistere un’unità, anzi immensi divari si sono formati e sembrano insormontabili. In ogni epoca ed in qualsiasi circostanza, l’Uomo ha cercato di accomodare secondo un criterio alcune situazioni quotidiane, anche se prive d’identità, esprimendo ciò che di più profondo era nascosto in se stesso. Egli ha da sempre avuto il bisogno non solo di descrivere la bellezza e di cantare l’armonia, ma anche di elaborare, attraverso l’attività mentale, la produzione d’immagini della realtà percepite coi sensi. Egli, traendo spunto dalla quotidianità, ha perciò concepito l’arte di rappresentare una visione personale della realtà in forma musicale e ritmica, e con essa ha avuto modo di esaltare l’animo. Ha voluto mostrare fatti, immagini e sentimenti, emozioni e fantasie utilizzando parole disposte secondo un determinato ritmo. Nacque, così, la poesia.
Nella molteplicità delle situazioni, egli ha reso possibile un’unità ed un ordine, secondo un accordo proporzionato, definito da rapporti fra le parti che compongono un tutto. Con la poesia, intesa come studio dell’armonia, egli ha cercato diverse analogie tra funzioni che concorrono alla medesima finalità. Si è ancora lontani dall’affermare che ci possa essere un’unione tra poesia e la scienza delle grandezze e delle forme, quale si definisce la matematica. «Tutto è numero» disse Pitagora, ma se la matematica è un’arte fine a se stessa, è davvero singolare come le sue astrazioni abbiano trovato applicazioni proprio nello studio della natura, in quanto frutto dell’intelletto umano, gestione irreale di principi indiscutibili, gli assiomi.
L’ambiguità tra il significato di regola, acquisibile con lo studio, e d’arte nel senso di creazione originale è già presente nell’origine etimologica del termine greco “poesia” (poìesis). Quest’ambiguità semantica ha identificato due approcci differenti: da un lato una determinazione di tipo strutturale o funzionale, dall’altra una forma di manifestazione fantastica. Con la prima definizione si possono proporre concetti universali e termini che indicano ciò che può essere o non essere, mentre con la seconda si possono produrre rappresentazioni non vincolate alla sola percezione della realtà, intesa, quindi, in senso estetico, connesso strettamente al mondo della poesia. Ma se la matematica può essere indicata come un insieme di procedure attraverso cui l’attività umana del conoscere pone un contenuto, ideale o reale, in relazione ad altri argomenti, al fine di ricavare concetti universali, allora è possibile trovare un felice connubio tra questi antipodi apparenti.
Nella poesia il sentimento cresce oltre ogni limite ed anche nella matematica non si pone vincolo di quantità e di misura. Entrambe concorrono ad un’estensione e ad un’e-ternità sconfinata che tende all’infinito. In questa situazione i confini tra le due discipline si dissolvono e si perdono nel nulla. Dunque è l’Infinito il punto d’intersezione. Si provi a guardare l’infinito con gli occhi e con il cuore di Giacomo Leopardi da «quest’ermo colle / e questa siepe, che da tanta parte / dell’ultimo orizzonte il guardo esclude». E: «sedendo e mirando, interminati / spazi di là da quella, e sovrumani / silenzi, e profondissima quiete / io nel pensier mi fingo; ove per poco / il cor non si spaura. E come il vento / odo stormir tra queste piante, io quello / infinito silenzio a questa voce vo comparando». Ed insieme riflettiamo e ci «sovvien l’eterno…». Ed è lo stesso infinito che compare nella matematica con la scoperta di segmenti incommensurabili (senza sottomultiplo comune, quali la diagonale ed il lato del quadrato): ciò comporta che dividendo un segmento successivamente, la suddivisione può proseguire senza limiti.
Nella Poetica di Aristotele la poesia è l’espressione dell’Universale, intesa in senso operativo e conoscitivo perché indica cosa fare per ottenere determinati risultati. Con tali presupposti, uniti all’affermazione che la poesia appartiene a tutte le arti e che non esistono scienze esatte che non si avvalgano della matematica, il passo verso il punto di intersezione è breve. Tra matematica e poesia, si armonizzano parole fluttuanti, quasi create magicamente dal nulla, che compongono versi, e pensieri matematici che plasmano formule. La connessione tra la poesia e la matematica è rilevata con sottigliezza attraverso affinità strutturali, che tracciano un ponte etereo tra due infiniti paralleli. L’eterno dissidio tra ragione e sentimento, riproposto come perenne umano di-lemma, tra arte e logica è evidenziato, e superato nello stesso tempo, attraverso l’autosomiglianza delle forme e la similarità, nelle figure di W. Escher ed attraverso i principi fondamentali della poesia e del componimento, fino al punto da poter riportare il sentimento della vita alla morte: «E la morte stagioni, e la presente / e viva, e il suon di lei. Così tra questa / immensità s’annega il pensier mio: / e il naufragar m’è dolce in questo mare».
Penso sia opportuno terminare con la citazione di una frase di Primo Levi tratta dal “Dialogo con Tullio Regge” che pone un punto in comune tra le due correnti, in reciproca collaborazione: «Ravvisare o creare una simmetria, mettere qualcosa al posto giusto è un’avventura mentale comune al poeta e allo scienziato».


Accademia Contea di Modica (Premiazione)

Trofeo della mamma. 18ª edizione. Assegnazione in ordine alfabetico a: Irene Artale (Avola), Mario Attard (Malta), Paola Cozzubbo (Giarre), Alberto Cantagalli (Roma), Michele Galfo (Modica), Gregorio Giuseppe Giaccardi (Cuneo), Giuseppe Isgrò (Altamura), Lucia Lo Giudice (Randazzo), Lidia Melisurgo (Potenza), Carlo Nanì (Modica), Domenica Sindona Catanese (Cefalù).
Premio Val di Noto. 19ª edizione. In ordine di classifica: in dialetto: Giuseppe Giglio (Palermo), Paola Cozzubbo (Giarre), Mariangela Sauto (Caltanissetta), Franca Adriana Abbate (Cefalù), Rosario Davide Di Giacomo (Sambuceto-CH), Carlo Nani (Modica); in lingua italiana: Irene Artale (Avola), Filadelfio Coppone (Catania); per l’arte: Massimiliano Ornato (Modica).
Coppa del Mare, 17ª edizione. Poesia: Mario Attard (Malta), Mariangela Sauto (Caltanissetta), Rosario di Giacomo (Sambuceto); racconto: Salvatrice Curcio Calcagno (Enna), Lidia Melisurgo (Potenza), Irene Artale (Avola).