di Angelo Manitta

Livio Nargi, Castelvetere nella leggenda, con presentazione di Nino Lanzetta

Livio Nargi, appassionato studioso e cultore di storia locale e di tradizioni popolari, è un autore prolifico, ma dire ciò sarebbe molto riduttivo, è un autore che ama molto la propria terra e le sue tradizioni. “Castelvetere nella leggenda” è una delle sue ultime pubblicazioni, in cui traccia un ampio excursus non solo su tradizioni, ma pure su personaggi che assumono valore mitico e leggendario: un mondo che ormai tende a scomparire (o che è scomparso), figure tipiche indimenticabili come il sacrista zì Feo, la mammana Francesca, Zio Pasquale con il suo asinello, zì Tore il devoto, Vittorio il banditore, don Peppe il farmacista, la vispa Teresina, il maestro di caccia, l’amico degli avvocati, il pretino e le sue abitudini. Ma uno degli argomenti che Livio Nargi approfondisce maggiormente è quello religioso: la Pasqua, il digiuno, Santa Folomena. Egli infatti ha due grandi amori: La Madonna e la sua figura sacrale da una parte, Castelvetere dall’altra. «Egli vede in questo rapporto un intreccio particolare, una causa effetto: il paese, la gente, la storia, i comportamenti sono un tutt’uno, una conseguenza con il culto, la venerazione, l’amore degli abitanti per la Madonna. È un rapporto particolare, possessivo, esclusivo di privilegio che permea l’intimo degli uomini, ne forgia i caratteri, ne condiziona i comportamenti» scrive Nino Lanzetta nella prefazione. In un mondo che nell’arco di pochi decenni è passato da una civiltà contadina a quella tecnologica, il contrasto tra passato e presente appare più evidente. Allora, alla vita scandita dai lavori dei campi come la semina o la mietitura o la raccolta delle castagne o la vendemmia, si intreccia la festività religiosa che integra l’economia sociale di un paese. E Livio Nargi descrive con meticolosità e passione situazioni semplici, ma nello stesso tempo di fondamentale importanza, come l’assaggio del vino o la sua vendita al dettaglio, la raccolta del latte, l’allevamento e la scannagione del maiale o altre antiche pessime abitudini. Anche i giochi dei bambini hanno una loro parte, soprattutto ai giorni di oggi in cui i ragazzi sono presi dai videogiochi o dall’elettronica. Il passato contrasta con il presente, mentre la memoria tenta di recuperare dei tasselli di un grande mosaico: vita umile e semplice, fatta di rapporti umani, sinceri e vivi. In questo tentativo di recupero grande importanza assume la memoria, personale e collettiva, che Livio Nargi con-serva attraverso la scrittura. E non è cosa da poco.