Senza tetto  

Antonio Noto

“... quell’immenso baratro di stelle...”
(G. Pascoli, “La vertigine”)

Da piccolo
io sapevo, ma per certo,
che il cielo (o volta celeste
come appunto qualcuno preferisce)
era un solido immenso tetto
a copertura del mondo:
e mi sentivo protetto;
le stelle (che s’accendono al tramonto
come le luci delle vie)
le sapevo appese a quel soffitto;
ed al piano di sopra, oltre quel tetto,
un pensile giardino, il Paradiso.
Già allora
facevan capolino
fra lembi di nuvole squarciate
sospetti d’azzurro senza fine,
d’eterei gorghi, d’assurde lontananze.

Da grande,
tutto quanto fu deriso
ed a ragione.
Ubbie di risucchi, orrori
di spazi rarefatti o vuoti
io non ne ho, mi pare; eppure
non mi sento protetto
che sotto qualche tetto.
Ma che ci posso fare:
io all’aperto ci sto male.

 

Poesia Italiana