- Il futuro ha un cuore antico
- di Alfredo Pasolino
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- Il prof. Francesco Pignataro e il
Papa
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“Il futuro ha un cuore
antico” dice il professore Francesco Pignataro, preside di una scuola fuori
della norma, la Scuola Media Statale “Alessio Narbone” di Caltagirone in
provincia di Catania. Un uomo straordinario che ha deciso di dimostrare che
la scuola non aspira solo all’assistenzialismo delle pubbliche istituzioni,
preferendo funzionare da incubatore e catalizzatore di uno sviluppo
trainante la cultura nel sociale, mostrando e valorizzando capacità
espressive di sviluppo, insite nell’umano e nella tradizione
dell’artigianato storico, ancora fiore all’occhiello e vanto della comunità
di Caltagirone.
L’anima di un luogo sta nei suoi paesaggi e questa città, adagiata sulla
collina, perenne aristocratica, avrebbe innamorato Goethe, innamorato della
solarità siciliana. Nella terra delle ceramiche e maioliche, Caltagirone è
una grande palestra intellettuale, ma anche un gran fiorire della cultura
del “fare”. Miracolo nuovo e antico: manualità e artigianato. Due ricchezze
in sinergica simbiosi e reciprocità. Quelle della vecchia bottega e del
laboratorio sottocasa, fiorite sulla magica triangolazione
scuola-imprenditoria-istituzione pubblica locale.
Una sfida all’immagine di apatia di un fine secolo ripiegato su se stesso,
oggi che la sfida all’isolamento, alla depressione economica, all’handicap
della mancanza di occasioni di lavoro, trova risposta in settori
dell’artigianato, in cui la ricerca, le risorse e l’aggiornamento delle
tecnologie sono la conditio sine qua non, e l’intelligenza è la materia
prima. Una cittadella di attività consolidate coi fiocchi, tra didattica,
strutture, anche multimediali, sperimentazioni, corsi musicali, progetto
UNESCO, training e recupero della figura professionale per adulti. Aule
specializzate, laboratori, sale attrezzate per lavori di gruppo, sala
musica, sala convegni, auditorium-teatro, biblioteca multimediale di
quartiere, on line con l’esterno, palestre, sala video satellitare.
Ce n’è abbastanza per affermare appieno il significato dell’indirizzo di
questa scuola, uno dei tantissimi gioielli tecnologici europei che, nel suo
“fare” di sviluppo della propria identità, ha investito molto, in
intelligenza, capacità imprenditoriali, sviluppo referenziale, guardando con
fiducia alle realtà della giovane Europa manageriale. Oggi che la materia
prima preziosa è il cervello, adeguatamente formato, il Sud Italia ha una
carta vincente da contrapporre all’handicap delle occasioni di lavoro, e
all’atavico isolamento, quando già nei grossi centri le famiglie, anche a
prezzo di duri sacrifici, hanno mandato i figli all’Università. Nel campo
delle memorie volatili: artigianato e manualità, e di memorie flash di una
nuova generazione, la scuola Narbone ha fatto di sé un catalizzatore e
diffusore di una incredibile miniera di risorse umane, guardando la realtà
territoriale.
Tra i corsi per l’istruzione e la formazione adulta, c’è quello dell’“Arte
del ricamo di filati in oro”, fiore all’occhiello, con la ceramica,
dell’artigianato calatino, inteso al recupero di antichi mestieri e alla
valorizzazione del patrimonio di conoscenze tradizionali, rivolto alle donne
casalinghe in possesso di competenza nell’arte del ricamo.
Caltagirone raccolta attorno al suo giovane preside manager, che è anche il
Sindaco della città, senza enfatizzazioni, ha giocato la sua carta e
celebrato il suo riscatto, diventando miracolo e nuovo profumo, grazie ad
una scuola-pilota. Non trascurabile, in essa, l’apparato di una struttura
didattica come la cucina: scuola e tradizione di un’arte che vuole rimuovere
lo scontato “mangiare per mangiare”, sostituendolo con l’imparare a
mangiare. «Nel passato eravamo un riferimento nel Mediterraneo - afferma il
dottor Pignataro, - oggi più che mai c’è la possibilità di tornare ad essere
protagonisti, guardando nuovi orizzonti, con le nostre stesse risorse umane,
per crescere bene insieme alla realtà in seno alla comunità Europea. Faccio
questo perché la Sicilia è la regione a più alto indice di disoccupazione
intellettuale. Solo lavoro vero, lavoro che produce, crea economia, porta
risorse che, reinvestite, creano altro lavoro. Questa nostra locomotiva
trainante è anche la realtà della nuova Sicilia». |
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