Poesia in Sloveno
A cura di Giovanni Tavčar

Bruna Pertot è nata a Trieste il 9 luglio 1937. Dopo aver conseguito la maturità al Liceo classico con lingua di insegnamento slovena di Trieste, si è laureata in lettere nel 1965. Dopo la laurea si è dedicata all’insegnamento.

 

Ha iniziato a scrivere e a pubblicare poesie già negli anni scolastici (1955). La sua prima raccolta poetica “La mia primavera” risale al 1961. Dobbiamo poi aspettare fino al 1975 per assaporare la seconda “Sii canto”. Nel 1981 ha visto la luce il suo originalissimo libro sulle piante “Finché maturano le albicocche”, con il quale ha vinto il premio letterario “Resurrezione”.

Nel corso degli anni ha scritto molto per la radio, spaziando sui più svariati argomenti. Numerosi sono anche i suoi racconti per l’infanzia. Dal punto di vista quantitativo non ha pubblicato molto, ma è la qualità ciò che contraddistingue la sua produzione, sia poetica che letteraria.

La sua è una poesia intimistica, piena di profumi, di crepuscolare lirismo, di pennellate coloristiche, di suoni ancestrali. Un mondo pieno di atmosfere, di sottili magie, di sognanti attese. Il suo sentire è indirizzato alla bellezza della natura, ai valori morali, all’armonia cullante della parlata materna. Un mondo che rifiuta le brutture e le violenze, e che, sulle ali della fede e dell’amore per tutto il Creato, anela ai valori eterni. Il tutto è immerso in un’atmosfera poetica che non sfocia mai in manierismo o in idillismo.

Il vertice della sua produzione è la raccolta dei racconti brevi “Quando ritornano i delfini” (1994). Più che di racconti si tratta di piccoli gioielli di natura poetica; una prosa breve, sbalzata, succosa, che possiede tutte le primizie del gioco poetico. Un gioco poetico che confina con i valori assoluti del linguaggio musicale.

Poslušaj
 
Poslušaj.
Poslušam,
povej.
Te ljubim.
Brez mej?
Brez mej.
In kaj je ljubiti?
Liubiti je Biti.
Liubiti –
Hoditi je v dvoje :
In tvoje so moje
In moje so tvoje
Vse solze,
ves smeh.
 
Ob zvokih vetra
 
Ne slišiš
ker molk
je slajši
ob besed,
in ni dozorel
čas
za zadnjo pesem
skrite duše.
 
A dozori.
Takrat:
na odru mraka
zate bo plesala
ob zvokih vetra
kot lotosov cvet.
Ko odgrnila
zadnjo bo tančico
boš spoznal:
ljubila je,
bila je
poet.
 
 
 
 
Čakanje
 
Iz daljave deklica
te vabi,
prižgala je lučko
v utrujenih rokah
in čaka.
Gorela zate bo.
Ne zabi.
Ascolta
 
Ascolta.
Ascolto.
Dimmi...
Ti amo.
Immensamente?
Immensamente!
Cos’è amare?
Amare è esistere.
Amare
è camminare in due
mentre son tue le lacrime mie
e le mie appartengono a te,
ed è così per ogni
dolce sorriso.
 
Al suono del vento
 
Tu non riesci ad udirmi
poiché il silenzio
è più dolce
delle parole
ed il tempo
non è maturo ancora
perché io possa intonare
l’ultimo canto
che l’anima mia
nascosto ritiene.
                Esso però maturerà!
Ed allora l’anima mia
per te danzerà
sul palcoscenico
dell’ombra crepuscolare,
al suono incavato
del vento,
simile in tutto
ad un fiore di loto.
E quando deporrà
il suo ultimo velo,
ti svelerà la sua intima essenza:
il casto, giovane amore
di un eterno poeta.
 
Attesa
 
Una fanciulla ti chiama
in lontananza,
nelle stanche sue mani
teneramente ha acceso una luce
ed ora attende...
Arderà per te,
non lo dimenticare.