Il Convivio Gianni Rescigno |
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I poeti della notte
Un giorno il povero poeta (c’era chi lo definiva grande che mediocre chi illuso) decise di tagliare i fili del sole e della luna e poi gridò al cielo voglio solo il buio.
Ma dimenticò di tagliare i fili delle stelle e diventò poeta della notte. Sono poeti della notte tutti quelli sono sogni e restano per sempre attaccati ai fili delle stelle.
La luna sui pagliai
Sta’ zitto sta’ zitto bisbigliavi. La luna circolava sui pagliai. Noi ombre nell’ombra d’una nuvola. E così all’orecchio t’avvicinavo il fiato: tutto battito di cuore. Sta’ zitto sta’ zitto. Ripetevi al mio respiro. Non ti piace la luna che rideva. Circolava sui pagliai Si fermava s’intrigava. L’avresti afferrata fatta piangere accecata. Ma ancora rideva circolava s’intrigava. Dava luce a ciò che preferivi restasse nell’oscuro e non vedevi l’alba. A poco a poco la cancellava dalla paglia.
Il gioco
E poi quando fantasma era la terra con voci d’anime nella nebbia passavano il ponte sul fiume. Dietro il grigiore cercavamo la luna. Ci disperdevamo, ci davamo la mano ad ogni rumore, ad ogni lancio di verso d’animale in amore. Si scherzava e s’aveva timore. Ci atterriva zia Concetta con tintinnii di chiavi nascoste in tasca di vecchia sottana. Diceva son catene di morti disgraziati. A chi chiamava non rispondevamo. Paura e forza d’impaurire era il gioco finché non ci veniva al naso tepore di prime case. |
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