di Angelo Manitta

Alessandra Santin: i pensieri raccolti dall’amore di una mamma (Pordenone 1999)

“Pensieri di Alessandra Santin” e “I miei pensieri” sono due volumi pubblicati a distanza di tempo dall’amore di una mamma verso la propria figlia. Il primo vulumetto ha visto la luce nel 1970, il secondo invece, più recente, è stato pubblicato nel 1999. Si tratta di due pubblicazioni che raccolgono delle liriche, o brevi pensieri, di Alessandra Santin, una ragazza di 13 anni, oggi adulta ed affermata professionista, raccolti dalla madre Matilde Santin, la quale così scrive nella lettera dedicatoria: «Carissima Alessandra, eri ancora una bambina quando quel giorno a Mortara, un paese della Lombardia, ascoltando certe persone che discutevano di arte, di poesia, di letteratura ti rivolgesti a me con queste parole: se questo è il mondo dorato di chi scrive, io non scriverò più una riga». Ma la madre affettuosa, credendo nel valore dell’arte vera, le rispose: «I tuoi pensierini, Alessandra, scrivili per la tua mamma e vedrai che nessuno più di lei saprà capirli e custodirli».
Alessandra scriveva i suoi pensierini alla mamma. Si trattava allora di un dialogo tra madre e figlia, «un dialogo fatto di gridi a voce trattenuta, e di silenzi, di aggressioni e di dolcezze, e di tenerezze che si aprono all’improvviso come fiori...» scrive nella premessa Lara Barbara Boccalon. Ebbene quei pensieri, custoditi nel cuore, oltre ad esprimere un grande affetto, presentano una profondità di immagini e di riflessione. Sono le poesie di una ragazza che passa dall’infanzia all’adolescenza, poesie molto mature, frutto della scoperta di se stessa e del mondo che la circonda, ma soprattutto un tentativo di superamento della paura interiore di chi va alla ricerca della vita e della propria identità. La ragazza, tra mille pensieri, sente nel proprio intimo una spinta di dedizione verso il prossimo, verso gli altri. Non solo. Ma percepisce entro di sé quasi un vuoto che aspetta di essere colmato.
Le liriche sono molto mature e trattano vari temi, tra cui anche “suicidi minorenni”, così come suona uno dei titoli della silloge. E nella nota si specifica che la poesia è stata scritta dopo il tentato suicidio di una bambina di 12 anni di Treviso che non sopportava le liti familiari. Si denota già subito la sensibilità della piccola Alessandra, la quale entro di sé cova grandi pensieri e grandi ideali: «Prova a dire: So amare”... Prova! Capirai che esisti e avrai un motivo di vita». Oppure: «Perché non mi donate un sorriso, una parola, una mano... Non capite che ho freddo? Imparate ad amare e capirete». Nella sua brevità la giovane autrice mostra una intensità riflessiva, certo fuori del comune per una ragazzina e... peccato che non abbia continuato in questa sua vena poetica. Ma ecco altri suoi pensieri: «Il ricordo è un sogno forse solo sognato». «È finita la notte, impallidiscono le stelle, è l’alba». «I pensieri sono tristi, è meglio non pensare». Ma se Alessandra non ha continuato a scrivere, la madre Matilde «le ha insegnato che l’unico viaggio che vale la pena di fare è al centro di se stessi, alla ricerca di quella voce originaria che ognuno di noi custodisce nella profondità del proprio essere». Ora Alessandra «è una donna importante, realizzata, anche se in continua espansione; ha una famiglia invidiabile: Maria Chiara e Giovanni, tanto cari e dolcissimi » scrive la nonna Matilde nella lettera di presentazione al volume. «Guidati dall’Amore tuo e quello del loro caro papà Sergio, mi faranno sentire nonna importante, rispettata e sempre tanto attesa. Oggi sono molto felice trovare in loro i degni custodi dei tuoi pensierini, certa che useranno per essi la mia stessa gelosia».