di Adriana Assini

Il palazzo dei panni sporchi, un appassionante e scorrevole romanzo di Santo Sgroi (Bastogi ed.)

Appassionante e scorrevole l’ultimo romanzo di Santo Sgroi, il “Palazzo dei panni sporchi”. Un’altra piccola perla si aggiunge alla vasta produzione letteraria del noto scrittore siciliano, che ha il raro privilegio di godere dei favori sia della critica che dei lettori. Stavolta, col “Palazzo dei panni sporchi”, l’occhio attento e smaliziato di Sgroi si cala come una telecamera nascosta nel quotidiano di un affollato condominio della sua amata Sicilia, riuscendo a cogliere aneliti e malumori, sogni e piccoli drammi di un microcosmo colorato e chiassoso, pezzente e crudele. Nel palazzo dello Sgroi, lo spazio è troppo angusto perché i segreti rimangano tali a lungo e, pagina dopo pagina, «i panni sporchi» dei suoi numerosi locatari vengono prepotentemente alla ribalta, sostenuti da una scrittura agile, che attraverso descrizioni brevi ed efficaci, riesce a delineare personaggi e contesti fortemente realistici, destinati a restare nella memoria di chi legge. Mentre tutt’intorno si odono le voci di mille comparse e i rumori dei vecchi mestieri, l’autore siciliano, nel darci conto di miserie e nobiltà dei suoi protagonisti, dimostra anche di sapersi sottrarre alla facile tentazione di indugiare nei sentimenti di pietà o di condanna e con un colpo di scena finale – che non sveleremo per non togliere il piacere della sorpresa – ci regala infine una piccola speranza. Altra caratteristica, questa, dello stile di Santo Sgroi, che spesso nelle sue opere, dopo averci accompagnato negli scuri meandri delle vicende umane, all’improvviso ci stupisce con un lieto fine mai scontato, né banale, capace di rincuorarci come il raggio di sole che noi aspettiamo dopo ogni temporale.