di Pacifico Topa

Giovanni Pascoli, la strada della memoria, Imperia Tognacci, (Centro Studi Frate, 2002)

Innegabile il fascino che la poesia di Giovanni Pascoli suscita nell’attento lettore, perché essa rispecchia fedel-mente il modus vivendi, una realtà a portata di mano. Pascoli è l’autore che nel corso scolastico riscuote più simpatia dallo stesso studente. Egli affascina, conquista, emoziona. Imperia Tognacci, conterranea del poeta, appassionata dalla produ-zione pascoliana, ne ha tratto un volume titolato: “Giovanni Pascoli La strada della memoria”. Una qualificata testimo-nianza della validità di quest’illustre poeta che ha fatto vi-brare le corde più intime del sentimento, esprimendo con sincerità il suo stato d’animo, illustrando la serenità idillica del paesaggio romagnolo. Pascoli ha sempre rispecchiato l’ambiente in cui è vissuto e da esso ha tratto ispirazione. La morte violenta del babbo si riflesse sia nella sua vita che nelle sue opere, ma egli ebbe la forza di reagire, non rimasse indifferente alle problematiche sociali, assunse dal verismo postromantico il disagio di una plebe afflitta dalla miseria. Egli visse in un periodo di mutamento politico e sociale, il passaggio del territorio romagnolo dallo Stato Pontificio al Regno d’Italia lo trova in una posizione antimonarchica, derivante dall’ambiente universitario bolognese, ne subirà le conseguenze del carcere. Quest’evento e la perdita del babbo lasciano segni evidenti nella sua vita. A questo va aggiunto l’assillo per non riuscire a sapere chi fosse l’autore del delitto. Pochi altri poeti hanno saputo definire i contenuti del dolore come ha fatto il Pascoli, uomo di piena naturalità, volitivo, realista, anticonformista, che riversa tutto se stesso nella poesia, affidandole le emozioni di un animo sensibile. Ammirevole la volontà di riemergere dopo la sventura, possessivo negli affetti, angustiato dalla successiva perdita dei familiari e del matrimonio della sorella, non ha potuto godere dell’amore muliebre per quel suo complesso di timidezza che lo ha esonerato dall’affrontare i problemi della sua intimità, tuttavia dà un saggio del suo concetto di amore in “Il gelsomino notturno”. Per lui l’amore è sacro, un bene prezioso da non sciupare. Nella poesia Pascoli è un assertore della valenza creativa, è spontaneo e genuino nella sua ispirazione, la poesia s’immedesima con se stesso, cantore delle cose umili, facile alle emozioni, preciso nel determinare il pensiero, fedele alla poesia concreta, appassionata, sentimentale, talvolta esplosiva, ma sempre realistica. Imperia Tognacci ha saputo evidenziare le peculiarità di questo grande poeta con maestria, sagacia espressiva, dimostrando profonda conoscenza della personalità artistica ed umana del poeta.