Monique Trenta:
Pittrice della natura e dei sentimenti in Tra luci e ombre
 
 
di Giovanni Di Girolamo

È questa l’opera prima (Editrice “Nuovi Autori”, Milano, 2000) della poetessa Monique Trenta, di Bellinzona (Svizzera), e, parafrasando un antico proverbio, se il buongiorno si vede dal mattino, dalla giovane artista ticinese ci aspettiamo una luminosa carriera letteraria. Bando all’enfasi ed alla retorica, l’autrice con questo libro di liriche (pagg. 96), in un crescendo di tocchi pittorici spazianti dalla natura agli stati d’animo, da esaltazioni esistenziali e disillusioni, il tutto condito da una tecnica poetica semplice e nello stesso tempo elaborata in sfumature metaforiche, ci offre una dimostrazione delle sue alte potenzialità letterarie.
È ovvio che, come tutte le opere prime, anche questo libro presenta qua e là delle piccole (ma davvero piccole!) pause, come se l’onda ispirativa travolgesse il giusto equilibrio fra tecnica e riflessione; e comunque riteniamo che sia il peccato veniale di ogni poeta, allorquando il bisogno di calare sulla carta le proprie emozioni lo porta ad eludere quello che si dice, appunto, equilibrio di forma e contenuto. Ma, si ribadisce, le qualità del libro sono assolutamente indiscutibili, e, circa la capacità poetica dell’autrice, una testimonianza ci è data da una lirica composta all’età di 16 anni – «Frutto acerbo, / ragazzina se tale... / Voglia / di maturare / prima... / Sei giunta / a ciò / che ti eri prefissa, / ma la tua fretta / ti ha negato / il sapore» (Acerbità) – nella quale con tocchi intensi e sfumati allo stesso tempo, ci descrive un passaggio delicato e significativo nella vita di una donna, ove le parole acquistano un tratteggio di suoni, pensieri e stati d’animo, tali che abbiamo netta la consapevolezza di una precoce ed indiscutibile classe letteraria. Ma la citazione della lirica è solo a titolo esemplificativo, ché in effetti l’opera gronda abbondantemente di splendide liriche, ove – come recita il titolo di questo resoconto – si ha davvero l’impressione di trovarci di fronte ad una “pittrice” della natura e dei sentimenti, tanto le pennellate poetiche sono significative e, direi, ad un tempo vigorose e delicate, sì che il libro si legge d’un fiato, come un bicchier d’acqua quando si ha sete.