Emanuela Venier: incontro con gli artisti
di Annamaria Faldini Giordano

Ho conosciuto Emanuela Venier il mese di Agosto del 2001 in occasione di una serata organizzata dall’Associazione Culturale EOS e dal Comune di Albisola Superiore nella prestigiosa sede del Museo Manlio Trucco. Una serata all’insegna della poesia e della pittura durante la quale, insieme alle opere della pittrice di Celle, è stata presentata la raccolta di liriche di Franca Maria Ferraris “Le rose di Hebron”
Emanuela Venier nasce a Varese. Si trasferisce in Liguria con la famiglia negli anni ‘70. Ora vive a Celle, un bellissimo borgo ligure in provincia di Savona. Fin da bambina ha composto collages, in seguito ha ampliato i suoi orizzonti artistici con tecniche apprese via via durante il periodo scolastico e le prime esperienze lavorative. Significativo per lei, è stato l’incontro con insegnanti disposti a trasmetterle un po’ del loro sapere. Dopo aver elaborato tutto ciò che aveva imparato, la pittrice ha maturato una sua tecnica personale che ha meditato nell’intimo fino all’esordio del 1998, momento in cui si è sentita pronta ad esporre le sue opere. Da allora non si è più fermata nella crescita artistica, nell’allestimento di mostre personali e nella partecipazione a collettive italiane ed estere, riscuotendo successi dopo successi.
La Venier mi stupisce piacevolmente, ogni volta, con la qualità della sua immaginazione che le permette di esprimere sentimenti ed emozioni con colori stratificati o per mezzo di oggetti usati o pezzi di essi e riciclati ad hoc, sui quali pone, quasi poggia, strati su strati o volumi su volumi di oli, smalti e pitture acriliche. I riflessi, a volte lunari, a volte scintillanti e luminescenti, a volte argentati o dorati, dei colori captano lo sguardo e lo trattengono ammirato. Perfetto l’accordo delle tinte o il loro contrasto che maggiormente esprime e trasmette il suo messaggio d’amore per la vita, vista come bellezza, sorpresa sempre nascente e che si rinnova di giorno in giorno, perché ad ogni alba ad Oriente nasce Venere (Bellezza) e tramonta, ma con essa anche un nuovo Sole (Vita) fonte di serenità, felicità e luce. Venere nasce e tramonta ad Occidente prima che sorga la Luna (Spiritualità), la quale evoca il mistero dei sogni nella soffice oscurità di una notte intesa come rifugio, momento meditativo per lo spirito, realizzazione dei pensieri più segreti e positivi.
D. Che messaggio vuole comunicare con la sua arte?
R
. Principalmente esplico le mie emozioni e sentimenti, nei miei quadri manifesto emotività, descrivo paure, passioni, sentimenti negativi e positivi, infatti sovente esprimo amore, ma non rinuncio a sfogare odio ed avversione, se in quel momento ne sento il bisogno. La mia vita artistica è stata una crescita personale, desidero comunicare e trasmettere un messaggio: dedicatevi ad un interesse artistico che contribuisca a ritrovare in voi la consapevolezza dello spirito, perché la vita è bella e degna di essere dedicata alla scoperta di esperienze positive. Io mi sento molto forte e so ciò che voglio, per questo devo ringraziare la pittura.
D. Che ne pensa delle altre forme d’arte?
R.
Ogni disciplina artistica è spiritualmente bella: pittura o scultura, così come la scrittura creativa. L’estate scorsa ho fatto una mostra dei miei dipinti insieme alla poetessa Franca Maria Ferraris ed ho scoperto che molte delle liriche de “Le rose di Hebron” rispondevano in modo totale alle mie opere pittoriche, come le avessimo pensate all’unisono: poesie e quadri. Ho trovato quest’avventura splendida ed appagante, essa mi ha spinto a lavorare ed approfondire maggiormente le mie esperienze nel campo della pittura e la sua interazione con le altre forme d’arte.
D. Ho visto il quadro “Lo scrigno dei sogni” esposto a Villa Cambiaso, me ne può parlare?
R. Devo dire prima di tutto che i sogni sono importantissimi per me, come dovrebbero esserlo per tutti, sono desideri e segreti inespressi ed intimi, che vogliono realizzarsi in qualcosa di bello e di positivo perché i sogni sono sempre positivi.
D. Allora perché il colore grigio dello scrigno e la sua forma così particolare?
R. Grigio, ma non solo, vi sono anche accenni di un celeste madreperlaceo. I sogni ed i segreti, miei e di altri individui, sono nascosti, almeno tutti li celiamo, abbiamo paura di rivelarli, forse perché temiamo che non si realizzino, li chiudiamo nel cuore, li coccoliamo. La forma è quasi ad onda di mare, a riccioli di spuma, che emergono dalla superficie perché i sogni ed i segreti si muovono dentro di noi, si agitano e premono per uscire, realizzarsi, vivere. Palpitano in quanto un sogno che si realizza è fonte di grande felicità ed arricchisce la vita.