La canzone di Maria  

L‘avresti ascoltata ancora la canzone di Maria,
come quella domenica d’agosto
nel piccolo spazio di una tenda,
con l’insofferenza del caldo africano
e l’incessante fastidio delle zanzare...
Era soltanto una nenia, ripetitiva e lenta,
la canzone di Maria, di cui tutti conoscevano la storia
impressa nella roccia come il fuoco nelle carni
quando si consumano silenzi di dolore.
Ci vorrebbe un cuore d’acciaio
per riportare alla memoria il profumo antico
dei gelsomini rampicanti.
Ricordo... si cercava respiro nei tuffi notturni
illuminati dalla luna,
nelle orecchie risuonava l’eco di canzoni sempre eterne
e tu eri lì ad ascoltare... a vivere le notti dei falò,
le danze sulla sabbia, le corse a piedi nudi verso il mare...
“... chi arriva primo...” e vivevi la dolcezza dei vent‘anni.
Se non fosse che il tempo fugge via
mascherando i ricordi del passato
non staremmo ancora qui
a ripeterci parole-tagliole,
incastonate come gemme nella mente degli inganni
simulando cantilene sul filo incerto del domani.
Fra poco sarà notte, amica mia,
e tutto si confonderà col buio,
raccogliamo quel che resta delle nostre coscienze,
andiamo via, la pazzia non è più di casa qui.

 

Poesia Italiana