Il Convivio

 

 

A. IV n. 3
Luglio - Settembre 2003

I sentieri dell’anima di Rosa Anna Maria Asaro: poesia tra spazio e tempo (ed. Lussografica, Caltanissetta 2000)


«Quella di Rosa Anna Maria Asaro è poesia che va letta con moltissima attenzione, perché nasce dalla spontaneità di un’anima incline al bene e alla dolcezza». Queste parole del prof. Calogero Montanti colgono nel segno per un’interpretazione della poesia dell’autrice siciliana, contenuta nel volume “I sentieri dell’anima”. La Asaro, infatti, si ispira all’attualità, ma pure ad esperienze di viaggi ed in particolar modo al suo paese natio, Pozzallo in provincia di Ragusa, e alle colline siciliane, luoghi pieni di fascino, di ricordi e di poesia. Le sue liriche sono semplici, lineari, puntuali e nello stesso tempo profonde. Non indulgono alla retorica, né alle parole vuote. Sono fortemente espressive ed intime, anche quando descrivono luoghi o paesaggi. «Le sue tematiche, infatti, investono il nostro sentire, ci spronano a guardarci intorno, a riconsiderare gli aspetti più ovvi della vita quotidiana, travolta, sotto i nostri occhi, da una rapida trasformazione». E sono proprio i luoghi della contemplazione e dell’osservazione a costituire il lirismo della poesia di Rosa Anna Maria Asaro attraverso un percorso interiore, che riflette quello esteriore e fisico, quasi pretesto per una riflessione ed uno scandaglio del proprio essere. «La terra è quella divenuta sangue e carne della nostra vita e cioè la nostra terra, dove sono affondate le nostre radici, dove ogni passo ha una sua storia, ogni ricordo è un brivido che scorre per tutte le fibre del nostro essere, dove passato, presente e futuro si amalgamano in un ardente crogiolo di gioie, di dolori e di speranze» scrive nella prefazione Placido D’Orto. Tale profondo sentimento scaturisce in liriche come “Terra natia”, “Terra”, “Paesi”, “San Cataldo” o “Kalatnissa”. Qui «improvvise / rocce ocra / irrompono / a sfidare / il vento / sotto un sole / abbacinante / e silenzi / spezzati / dall’eco / ostinato». Le liriche della Asaro si snodano tra sogno e realtà, tra visioni ed immagini. L’anima si apre al creato, varcando la personale emozione per esprimere l’universalità del sentire. Questo avviene sia attraverso una descrittività fisica, che attraverso un’idealizzata ricreazione poetica, che porta alla riflessione interiore, ai desideri e alle aspirazioni. «Sotto sguardi / di luna / avida / di promesse / attendo / la brezza / per carpire / desideri / impressi / sugli scogli». La vita non è altro che riflessione e la parola trasmette la percezione di quanto scorre sotto i nostri occhi senza trasformarne l’essenza. Si ha allora un alternarsi di spazi e luoghi poetici, che operano un interiore percorso mentale che solo il poeta sa esprimere ed evidenziare. La poesia della Asaro si presenta allora come un viaggio dalle molte tappe, in cui la dimensione temporale si dilata nello spazio per stimolare il passante distratto a riflettere ed acquisire la forza interiore di un desiderio profondo di conoscenza. Attraverso un essenziale equilibrio la poetessa capta sfumature poetiche di una certa rilevanza, e mostra un’idea del bello con pause e respiri, idea che affascina e coinvolge.

Angelo Manitta