Il Convivio

A. IV n. 3
Luglio - Settembre 2003

Poesia delicata e sottile, poesia lirica ed elevata, poesia profonda e sincera, poesia affabile e personale, è quella della poetessa francese Denise Bernhard, nella raccolta di liriche dal titolo “Lacrime” (Collection Florilège, Francia 2001). Il volume si assapora pagina per pagina. L’autrice ci invita, con le sue magiche parole, a penetrare nel giardino segreto della sua anima, suscitando nostalgia, mentre la valle di lacrime si trasforma in perle di cristallo, in pietre preziose che brillano di magiche luci, che suscitano l’ammirazione del lettore. Il titolo “Lacrime”, dalla risonanza latina ma il termine è italiano, evoca tutto un universo poetico carico di ideali, di spiritualità, di romanticismo, ma pure di sofferenza. L’autrice segue la scia dei più grandi simbolisti francesi che vegliano sul giardino del ricordo, quali statue ieratiche erette agli incroci delle strade, quasi pietre tutelari portatrici di eternità e guardiani di chiavi segrete. La poetessa scandaglia l’interiorità personale e dell’umanità intera, dotata com’è di un’intensa vibrazione emozionale e di una grande sensibilità, sostenuta dalle idee e dalla poesia di grandi autori che a ciclo richiama in causa, soprattutto nelle epigrafi che introducono le liriche, come Platone, Tagore, Keats, Neruda, Eluard, ecc. ecc. Quest’ultimo è soprattutto presente nel simbolismo degli occhi, che permettono di penetrare l’anima, un’anima sublimata e tendente alla passione. La poesia di Denise Bernhardt è quindi una poesia magica, che sa coniugarsi con l’infinito, come in Retour - Ritorno, tradotta da Vincenzo Campobasso:

 

Ritorno

Nelle sublimi trasparenze
che magnificavano le tue opere,
sono venuto a te
per una rinascita.
Immobile nel mio sogno solare
io mi lasciavo impregnare dalla tua immagine.
Io sposavo i contorni dei tuoi capelli
trattenenti la luce.
Nel tuo sguardo, io ritrovavo
l’azzurro dei giacinti selvatici.
Il biondo chiarore del tuo volto
inondava il mio cuore
nel preludio alla notte dell’assenza.
A poco a poco si tessevano
sulla trama impalpabile del Tempo
gli intrecci dei nostri pensieri
ricamati con la seta d’una lacrima,
fino al paventato momento,
quando tra il sussurro dell’addio
e l’affiorare di un bacio,
m’allontanavo portando
una fragile impronta
sul mio cuore in estasi.