Il Convivio

A. IV n. 3
Luglio - Settembre 2003

Aldo Braibanti
di Beniamino Biondi


Aldo Braibanti, laureato in filosofia, partigiano della Resistenza Fiorentina, autore e regista di teatro, è scrittore di testi poetici e di saggi, studioso di mirmecologia e costruttore di numerosi assemblages presentati in alcune mostre a Firenze e a Roma. Dal 1965 al 1969 ha presentato a Roma sette bandi di un lavoro multimediale chiamato “Virulentia”. Dal 1978 al 1980 ha scritto e diretto una serie di trasmissioni radiofoniche (Lo scandalo dell’immaginazione - La ballata dell’Annerate - Le stanze di Azoth). Nel 1960 sono usciti 4 volumi de “Il circo”, nel 1969 una raccolta di testi intitolata “Le prigioni di stato”. Nel 1989 pubblica un saggio intitolato “Impresa dei prolegomeni acratici”, steso dieci anni prima, che doveva essere l’introduzione alla raccolta di tutti gli scritti. Nel 1971 è stata rappresentata “L’altra ferita”. Nel 1977 ha scritto e diretto a Cagliari “Il mercatino”. Nel 1986 a Segni ha messo in scena il suo “Theatri Epistola”. Nel 1998 ha partecipato ad Agrigento ad un incontro con il pubblico che ha suscitato una vasta eco. Saggi e poesie sono apparsi su varie riviste, tra cui la rivista milanese “Legenda” per tutto il tempo della sua pubblicazione. Braibanti è autore anche di alcuni video. Dal 1947 al 1959 ha realizzato numerose opere in ceramica e metallo cotto. La totale assenza dell’opera di Braibanti dai testi canonici della critica ufficiale non va attribuita solo al carattere solitario e riservato dell’autore, ma anche al degrado di una cultura ufficiale che, come per tutti gli altri aspetti della vita nazionale, ha ampiamente seguito le regole dell’esibizione e della corruzione, e i princìpi insidiosi della progressiva involuzione della civiltà televisiva. Ne sia la prova, tra l’altro, il fatto che quando Braibanti è stato aggredito da un vergognoso processo sanfedista, i vari suoi difensori (alcuni di notissima fama) hanno preferito contrapporre alla calunnia e all’aggressione una difesa generalizzata ad ‘usum delphini’, che comunque ignorava la biografia e soprattutto il lavoro della presunta vittima. Braibanti dice con umiltà di essere fiero di vivere con una pensione sociale. Attualmente sta provvedendo al riordino di tutto il suo materiale letterario, in massima parte inedito, per una prossima diffusione editoriale. Di imminente uscita, a cura di Beniamino Biondi, è il volume “Frammento/frammenti”, contenente tutte le poesie dal ’39 al 2003, di cui se ne dà un breve saggio.

 

Questo era il principio. Il grido della potenza innocente

si rivelava all’aprile con la violenza del grande uragano.

Fredda lama di verde scopriva un vulcano di orgasmi.

Poi era la pace. Ritmo di una bellezza placata.

Ascolta. Dietro un mare di calce si nasconde la protesta virile.

Ora l’aria imbrezza le vesti sul selciato. Io sono il mio respiro.

Nudo come il silenzio. Come la terra arata. Come questa

[voglia pazza di sole.

Ha il sapore dell’alba la mia pelle. E vado solo. Libero

[e completo.