Il Convivio

A. IV n. 3
Luglio - Settembre 2003

 

L’arte è la più importante espressione della vita e James Bisigato, come afferma Salvatore Perdicaro, «concentra nella sua pittura frammenti di vive emozioni raccolte nell’osservazione diretta di luoghi ed atmosfere, che ricompone con originale magia creativa in visioni sospese talora nel sommesso vibrare di limpide e suadenti cromie». Segnata di accenti impressionistici, la pittura di James Bisigato rivive la suggestività di paesaggi immersi in atmosfere d’incanto, in armonia con l’essere e col divenire. La fusione di questi due stadi interiori e naturali sfocia in ambienti pervasi di effusa liricità. Ma la sua arte è anche decantazione della terra trevigiana, di paesaggi opposti come mare e montagna che scaturiscono dalla stessa sostanza.

 

Riflessi a Burano, (acrilico, cm 120x80)

 

Il sentimento con solenne maestosità avvolge e travolge ogni pennellata, ogni particolare che tende per sua naturale inclinazione all’assoluto. Così il mondo, nella sua versatile duttilità, viene filtrato dall’emozionalità dell’autore, spirito che placa o iperbolizza le tensioni dell’animo offrendo al fruitore momenti di viva contemplazione. Ma la contemplazione filtrata e guidata cui perviene il fruitore deve imbattersi in una peculiarità della pittura di Bisigano. Sembra che un enorme flusso di energia, che si esplica nei colori e nell’esecuzione, stia alla base di una pittura onirica. Possiamo quasi parlare di energia visionaria, dunque emozionale, che rivive e si ripete nell’equilibrio finale dell’opera. Ogni elemento visivo ben ritmato sembra intriso di freschezza, ma qui affiora l’elemento più classico della pittura: si va alla ricerca della naturalezza attraverso uno studio peculiare e sentimentale della struttura complessiva. L’instabilità iniziale si ricompone nel bilanciare pennellate orizzontali e verticali, come in “Riflessi a Burano”, o nell’unidirezionalità complessiva dei tocchi cromatici, come in “Colline venete”. La pittura di James Bisigato ha la caratteristica di trasfigurare liricamente i soggetti senza alterare la bellezza e l’identità naturale, pur non trascurando l’armonia tonale e disegnativa.