Il Convivio

A. IV n. 3
Luglio - Settembre 2003

Il cielo negli occhi di Arnaldo Caimi (Il sorriso del gatto, Svizzera 2002).

 

Ancora una volta non manca di stupire il poeta, scrittore e pittore Arnaldo Caimi, con questa sua opera “Il cielo negli occhi”. Si tratta di un ricco volumetto che contiene poesie e prosa che si completano a vicenda, tanto che diventano lo specchio di quel pensiero che si estrinseca e si trasforma in ricerca dell’essenza e della verità. Gli elementi predominanti sono la natura con i suoi colori spumeggianti e il sentimento, come l’amore, per quanto concerne la raccolta di poesia, mentre nei racconti emerge l’uomo e le mille contraddizioni dell’esistenza in una società complessa, alla ricerca dell’essere uomo. Uno stile semplice ma incisivo, quello di Caimi, che riesce con grande maestria a soffermarsi su tematiche sociali, come quello sulla vita, che viene paragonata ad un fiore che, una volta sfiorito, lascia il posto ad un altro simile. Con grande saggezza scrive: «Nasce un bimbo / ed è frutto dell’amore / diventa uomo / e vive tra gioia e dolore, / poi diventa vecchio e muore... / Altri fiori sbocceranno, / altri figli nasceranno...». Ne scaturisce la speranza verso il perpetuarsi della vita. Ma nell’opera del Caimi, quasi in punta di piedi, senza tralasciare la metafora, viene trattato il tema dell’apparenza che conduce l’uomo a spogliarsi della propria identità, andando alla ricerca di idoli, come nella poesia “Occhi belli” dove, dietro le lacrime che bagnano le gote. si cela il vero significato dell’apparenza: «Quel piangere / sporcato di nero / sgorgato dall’animo sincero / or che struccato / sembra lo sguardo / non falso ma vero». Un certo pirandellismo appare in questa poesia soprattutto quando il trucco, ormai lavato dalle lacrime, fa riemerge la realtà contro l’apparenza. Ma scorrendo le pagine dell’opera scaturisce la nostalgia verso il passato che, come una sorgente, dà vita a quei ricordi fatti di profumi e di felicità, mentre la memoria è l’unica arma che consente alla mente di ritornare in luoghi lontani, pur sempre dentro l’IO. «Le cose si scoprono attraverso i ricordi» afferma Cesare Pavese. Lo stile breve e diretto che contraddistingue Caimi, si rafforza nei racconti che nella semplicità dell’esposizione fanno dell’uomo il protagonista principale, alla ricerca di quei valori che lo aiutano a superare le delusioni dell’esistenza e a prendere coscienza della verità. In “Chioma d’oro” all’amore tanto sognato e atteso alla fine non resta che il giardino delle “illusioni”, dove il fiore ormai  appassito è rimasto solo. Un racconto sotto certi aspetti che analizza la realtà di un mondo in cui l’apparenza si fa sovrana. Per quanto riguarda i racconti si ha la netta sensazione di trovarsi dinanzi ad uno scrittore che vuole lanciare dei messaggi affinché venga reciso il male della società che porta l’uomo alla ricerca di quei valori fatti solo d’immagine astratta.             

Enza Conti